Måneskin: il ritorno (inevitabile) della band più discussa d’Italia
Dopo mesi di progetti solisti e voci di rottura, i Måneskin si preparano a tornare insieme. Ma questa volta non è solo questione di musica: è una storia di identità, immagine e voglia di riconquista
C’è chi li ha già dati per finiti, chi ha tifato per una carriera da solista di Damiano o per la metamorfosi da DJ globe-trotter di Victoria. Ma i Måneskin, a quanto pare, hanno ancora un capitolo da scrivere insieme. Dopo un anno di pausa e di esperimenti individuali, la band romana si prepara a rientrare in scena con un grande ritorno atteso tra la fine del 2025 e il 2026.
Un comeback che non è solo musicale, ma anche culturale. Perché i Måneskin, – amati, criticati, osannati come icone pop globali-, rappresentano più di un gruppo: sono un fenomeno generazionale. Loro hanno portato il rock italiano su palchi come il Coachella e l’Eurovision, e ora che hanno assaporato la solitudine dei percorsi individuali, il richiamo del collettivo sembra essere più forte che mai.
Victoria vs. Damiano: la sfida silenziosa
Se Damiano resta il volto e la voce più riconoscibile, la vera sorpresa degli ultimi mesi è stata Victoria De Angelis. Con il suo piglio da clubber internazionale, la bassista ha conquistato festival e console di mezzo mondo, spingendosi oltre il ruolo di “spalla” della band. Le sue collaborazioni -dal Brasile a Berlino-, hanno ridisegnato la sua immagine, trasformandola in una figura a metà tra la musicista e l’icona fashion.

Damiano, invece, ha scelto una strada più intima, più legata alla scrittura e alla sua identità da crooner contemporaneo. Ma i numeri, questa volta, hanno parlato chiaro: Victoria ha brillato di più, spiazzando chi pensava che il carisma del frontman fosse insostituibile.
Una questione di immagine (e di destino)
Dietro la decisione di tornare insieme c’è anche un elemento meno romantico ma molto concreto: i Måneskin come brand. Perché oltre alla musica, la band ha sempre funzionato come simbolo, come macchina estetica e narrativa. Senza il gruppo, anche l’immaginario che li circonda si è indebolito.
Ed è qui che torna la forza del collettivo: la capacità di raccontarsi come una famiglia rock-n-roll, con tensioni e riconciliazioni, ma sempre al centro della scena. Una dinamica che ricorda più le grandi band storiche che i progetti solisti della Gen Z.
L’attesa dei fan
Ora resta la domanda più importante: come sarà il ritorno? C’è chi sogna un nuovo tour mondiale, chi immagina un disco più maturo e meno irriverente, chi spera di ritrovare quell’energia sporca e provocatoria dei primi anni.

Quel che è certo è che il pubblico non ha mai smesso di guardarli, anche quando sembravano lontani. E per i Måneskin, che hanno costruito la loro carriera sull’arte di sorprendere, questo ritorno potrebbe essere la sfida definitiva: dimostrare che il rock italiano può ancora riscrivere le regole del pop globale.