Una delle figure più importanti della fotografia italiana contemporanea espone alla Huis Marseille di Amsterdam

Guido Guidi, una delle figure più importanti della fotografia italiana contemporanea, sarà in mostra con “Veramente”, alla Huis Marseille di Amsterdam (huismarseille) dal 14 giugno al 7 settembre 2014. Pioniere nel rinnovamento della fotografia del territorio, vede la fotografia come un prolungamento dello sguardo, come un modo di vivere e per la prima volta una grande retrospettiva ne ripercorre i quarant’anni di percorso visivo, dagli esperimenti degli anni ’70 in bianco e nero alla scelta del grande formato a colori.

Nato nel 1941 a Cesena, sogna di diventare un architetto o un pittore e studia architettura a Venezia. Tra i suoi professori Carlo Scarpa e Luigi Veronesi, che avranno una grande influenza sul suo lavoro. Durante questo corso inizia a interessarsi alla fotografia e vi si dedica completamente dalla metà degli anni sessanta. Nei primi anni della sua carriera, attratto dal lavoro di Walker Evans scatta in bianco e nero e realizza delle serie nel movimento dell’arte concettuale del tempo.

Lavora come fotografo per il Dipartimento di Urbanistica dell’Università di Venezia e si concentra sul paesaggio contemporaneo e le sue trasformazioni. Si avvicina e si fa influenzare dal e dal neorealismo italiano di Luigi Ghirri e di Mario Cresci. Abbandona, dunque, il bianco e nero per dedicarsi all’utilizzo delle pellicole a colori e allo sviluppo in grandi formati. Vuole documentare l’Italia, registrare la vita italiana, non negli spazi culturali, ma nelle aree periferiche, ai margini.

‘Lavorare ai confini significa lavorare in situazioni private, osservare le situazioni non codificate, incerte, aperte, poco comprese o non comprese. Insistere sul margine, anche la fotografia ha un margine, questo significa indossare uno sguardo più ampio delle cose senza pregiudizi’

Guidi preferisce non fotografare le destinazioni familiari di vacanza in Italia, ma le sue macchie ‘normali’. Si concentra sulla realtà quotidiana per evitare gli stereotipi folcloristici e storici sudditi del paese.