Opere (d’arte) da mangiare
Pietro Leemann

Opere (d’arte) da mangiare

di Elena Bordignon

Opere d’arte o piatti da mangiare? Cibo per gli occhi o sapori indimenticabili da degustare? Sono tanti i cuochi – stellati o meno – che si confrontano con le grandi opere che hanno costellato la storia dell’arte

Abbiamo selezionato una galleria di piatti di famosi cuochi che si sono ispirati ad artisti come Matisse, Warhol, Pollock e Picasso.

Uno dei primi cuochi visionari è senza dubbio Gualtiero Marchesi, che già sul finire degli anni ’70 ha iniziato a sperimentare con cibo, arte e design. L’impatto di Marchesi sulla ristorazione è stato enorme, tanto che lui stesso si definiva un compositore più che un cuoco. Era cresciuto con i maggiori esponenti dell’arte italiana della sua epoca, tra cui Pietro Manzoni, Enrico Baj, Armando Pomodoro e Lucio Fontana e dalle loro opere prendeva ispirazione. Il suo Fegato d’oca richiama i tagli di Fontana, così come la composizione di pasta ‘seriale’ richiama la ricerca pittorica di Andy Warhol, un altro grande artista che Marchesi ha avuto modo di incontrare proprio a Milano. Ma potremmo citare anche il Risotto Mirò e il Dripping di pesce che ricorda la tecnica pittorica di Pollock.

Un altro maestro indiscusso del firmamento culinario è senza dubbio Massimo Bottura, che in più occasioni ha dato prova di strizzare l’occhio ai grani maestri della storia dell’arte. Il titolare dell’Osteria Francescana – ristorante che conta tre stelle Michelin – ha ideato piatti che possono competere con quadri e fotografie. Potremmo citarne molti, ma la nostra attenzione si è concentrata sul piatto Beautiful Psychedelic Spin-painted veal, not fame grilled, ispirato ai lavori di Damien Hirst: un filetto di manzo marinato nel latte e decorato con salse colorate nello stile dell’artista. Oppure Camoufage: Hare in the Woods, piatto che si ispira a Pablo Picasso.

Tra i piatti più iconici della storia dell’alta cucina, non possiamo non citare l’“uovo apparente” di Pietro Leemann. Considerato una delle massime icone della ristorazione, sottoposto a infiniti restyling, l’uovo di Leemann, ricorda tantissime opere, dall’ uovo di Piero della Francesca a quelli dorati di Fontana. “Il concetto è rimasto sempre lo stesso: creare un uovo che non fosse tale”, spiega lo chef. Rivisto in tantissime versioni, gli ingredienti solitamente seguono il cambio delle stagioni e spaziano dal formaggio di capra alla gelatina trasparente, dal sedano rapa al tartufo. In omaggio a Marchesi, Leemann l’ha ricoperto d’oro. Sempre di Leeman da citare il piatto Classicismo che ricorda i quadri di Seurat.

Seguendo il nostro viaggio culinario tra i piatti che si mangiano anche con gli occhi, citiamo il piatto di Pino Cuttaia, Quadro di Alici. Il nome dice tutto, dato che la presentazione di questo piatto non può che riportare alla mente i quadri di Kandinsky.
Oppure il fauvismo onirico di Marc Chagall per lo spettacolare Risi e bisi blu Chagall e oro di Paolo Griffa, un piatto iconico che incarna perfettamente, in maniera leggiadra e preziosa, la dimensione sognante espressa nelle opere del celebre artista di origini bielorusse. Griffa prende ispirazione anche dalla Street Art di Banksy con il piatto decorato con un apposito stencil, una classica English Pie riletta in chiave local, con cinghiale, tartufo nero pregiato e lardo d’Arnad su foglie fresche croccanti.

È una palese citazione dalla famosa zuppa Campbell la creazione dei Fratelli Costardi, che in occasione di una grande mostra a Vercelli del noto artista americano, hanno ideato la Condensed Tomato Rice: un particolare risotto al pomodoro che viene servito in lattina. Un omaggio alla Pop Art di Andy Warhol, ma anche un modo diverso di gustare un piatto della tradizione piemontese. 

Un omaggio alla transavanguardia, invece, per la creazione di Enrico Crippa, chef alla guida del ristorante Piazza Duomo ad Alba, tre stelle Michelin. Un tondo perfetto di colore rosa pallido, con pennellate verdi, azzurre, arancio e venature dorate. Descritto così sembra un dipinto astratto, ma in realtà è un dessert. Lo chef Enrico Crippa ha guardato all’opera dell’artista Francesco Clemente per dare forma a una composizione di biscotto alla cannella e ganache di mascarpone, con una crosta sottile in cioccolato bianco colorata da pigmenti naturali.


Fratelli Costardi, Condensed Tomato Rice