Vedere il Natale con l’arte dell’ironia

Vedere il Natale con l’arte dell’ironia

di Elena Bordignon

Dalle atmosfere festaiole di Warhol alle opere (melanconiche) degli artisti contemporanei, il Natale è un tema con cui gli artisti si sono confrontati… non senza ironia

Ossessionato dal culto delle celebrità e dal consumismo, Andy Warhol in realtà è cresciuto con una severa educazione cattolica. L’artista della Coca Cola, delle Campbell’s Soup e delle Brillo boxes amava profondamente il Natale e in particolare credeva nel Natale americano come una sorta di rito collettivo, una fantasia antropologica per incontrarsi e festeggiare nel massimo divertimento.Nella sua produzione grafica, Warhol ritrae il Natale americano in tutte le sue possibili iconografie: dagli alberi alle ghirlande, dalle cartoline d’auguri ai personaggi dell’immaginario natalizio. Dai tempi in cui lavora a New York, alla fine degli anni ’50, come disegnatore per Tiffany & Co., dove crea biglietti d’auguri natalizi ai primi anni ’80 quando realizza i dipinti che raffigurano i Poinsettias – le piante meglio note come ‘stelle di Natale’ – Warhol ha sempre considerato l’immaginario natalizio come tra i più divertenti e resta leggendaria la copertina della rivista Hight Times del 1977 in cui appare vestito da Babbo Natale in compagnia dello scrittore Truman Capote.Ma come interpretano il periodo natalizio gli artisti contemporanei? In pochi – coraggiosi – hanno affrontato il tema del Natale e quasi sempre in modo ironico e divertente.

Pensiamo a Paul McCarthy, uno degli artisti americani viventi tra i più dissacranti e provocatori. Basti citare la sua enorme scultura gonfiabile Tree, alta oltre 24 metri, collocata in Place Vendome a Parigi nel 2014. In molti hanno pensato ad un gigantesco albero di Natale ridotto alla sua forma più elementare, un po’ come gli Arbre Magique che si appendono allo specchietto dell’automobile. In realtà ci sono voluti pochi giorni perchè la grande scultura venisse capita per quello che era: un plug anale! Prima che dei vandali ne tagliassero i cavi che lo sostenevano, Tree era già al centro di un’accesa discussione che considerava l’opera un deliberato affronto alla cultura francese. Ma oltre a questo eclatante esempio, McCarthy aveva già esposto nel 2003 a Rotterdam una scultura di Babbo Natale, nota come Buttplug Gnome. A causa di continue proteste da parte degli abitanti locali, la scultura ha cambiato più luoghi della città prima di trovare la sua collocazione definitiva. Ufficialmente l’opera consiste in un Babbo Natale che sostiene un albero di Natale, che però, potrebbe rappresentare anche qualcos’altro!

Sempre con un taglio decisamente ironico, anche Cindy Sherman si è cimentata con la figura di Babbo Natale, calandosi essa stessa nel panni della figura simbolo del periodo natalizio. L’artista si concia e trucca come una vecchietta appesantita, attorniata da addobbi e lucine tipiche del Natale. Avendo toccato tutti gli stereotipi del genere umano, non poteva mancare nel suo grande archivio anche l’iconografia di Babbo natale in versione femminile, con guance posticce e folta parrucca dai capelli bianchi.

Anche Maurizio Cattelan ha trattato, non senza ironia, un’icona natalizia come la stella cometa, quando con ”Christmas ’95”, inscrive in una stella di Betlemme, fatta con il neon, il simbolo delle Brigate Rosse.

Con un animo fortemente distruttivo, uno dei più famosi artisti svizzeri contemporanei, Roman Signer, ha letteralmente fatto a pezzi un albero di natale. L’opera consiste in un albero di natale addobbato con stelle filanti e palline, sopra una pedana girevole che, una volta azionata, lo fa girare ad altissima velocità: il risultato è un’esplosione di palline di natale su tutte le pareti della galleria.

Di tutt’altro registro sono gli interventi di John Armleder, un altro artista svizzero che, al Natale, è sicuramente molto legato. Splendore, abbondanza di decorazioni, brillantezza, sono le peculiarità che contraddistinguono gli interventi dell’artista, noto anche per i suoi Christmas Parties – happenings natalizi che da anni richiamano a Ginevra celebri personalità del mondo dell’arte, accompagnati da fantasiose compilations di jingles natalizi creati in collaborazione con la sua casa discografica Villa Magica Record, fondata nel 2003 con Silvie Fleury e il figlio Stéphane. Il tema natalizio domina anche molti dei suoi lavori, come per esempio i tavoli cosparsi di neve, oppure le tele intessute di palline e decorazioni natalizie, o ancora gli specchi colorati intercalati da neon. A Milano, nel 2015, per le vetrine della Rinascente, Armleder ha utilizzato migliaia di palline natalizie per riempire di un paio di metri lo spazio altrimenti occupato da manichini, abiti, profumi e borsette griffate.

L’immaginario natalizio ha fatto breccia anche nell’immaginario dell’artista francese Philippe Parreno. Famosa resta la sua scultura Fraught Times: For Eleven Months of the Year it’s an Artwork and in December it’s Christmas, (March), 2009. Non poteva esserci un titolo più esplicativo per raccontare una scultura che consiste in un albero di Natale in alluminio, completo di palline e neve finta, intitolato, appunto: Per undici mesi dell’anno è un’opera d’arte e a dicembre è Natale (2009).

Infine, non possiamo non citare la mostra dal titolo S.A.D di Klara Liden alla galleria newyorchese Reena Spauling nel 2012. L’artista ha raccolto degli alberi di Natale scartati trovati sui marciapiedi di Manhattan durante la prima settimana del 2012. Liden ha poi installato le decine e decine di alberi nella galleria come una foresta, con al centro un comodo divano in pelle per i visitatori che volessero immergersi in un triste e melanconico boschetto di alberi destinati al macero.