Al via l’edizione 2018 nella città di Roma

La notte della Cabbala inaugura il Festival Internazionale di Cultura Ebraica a Roma che per l’edizione 2018 si estende anche sull’isola del cinema isola Tiberina per una festa aperta a tutta la città, tra Cabbalà, mistica ebraica, tradizioni musicali e culinarie millenarie. Il cuore della città diventa così un laboratorio a cielo aperto, un luogo di sinergia e dialogo tra culture diverse, dove si alterneranno, tra memoria e modernità, intellettuali e scrittori da tutto il mondo e artisti italiani e internazionali, per una maratona di eventi culturali, musica, teatro, degustazioni, incontri letterari, danza, che intende celebrare ancora una volta il sodalizio tra la Capitale e la Roma ebraica.
Si comincia alle 21,45 di sabato 23 giugno con un incontro sul caso Mortara. La musica jazz con il trio Dimitrij, due mostre, 1938. Vite spezzate, secondo capitolo del ciclo di esposizioni che la Fondazione Museo della Shoah – Onlus ha realizzato in occasione dell’80° anniversario della promulgazione delle Leggi Razziali in Italia e Donne straordinarie. 1948 Nascita di una Nazione,  e l’apertura straordinaria della Sinagoga centrale completano la serata inaugurale per questa rassegna dedicata al concetto di tempo. Il tempo prima di tutto come paradigma fondamentale nella vita dell’uomo e delle sue relazioni, ma anche come dimensione materiale e immateriale, fisica e metafisica, antica e contemporanea. Il tempo visto da una  riflessione  che, parte in seno all’ebraismo,  “una religione del tempo” come scrive il grande rabbino Abraham Joshua Heschel.
Il festival prosegue il 24 con il regista e autore israeliano Shemi Zarhin che, assieme ad Alessandro D’Alatri, presenterà il suo primo romanzo e uno tra i suoi film più celebri.
Lunedì 25 è in programma Dicono della mia terra. Pagine su Israele. Israele raccontata dai suoi scrittori, in un mosaico che cerca di ricomporre l’immagine del Paese in tutte le sue sfaccettature. Da Amos Oz a Sayed Kashua, passando per Eshkol Nevo e Yehuda Amichai, lo spettacolo con Maria Rosaria Omaggio e Pino Quartullo e le musiche di Oscar Bonelli compone un’immagine d’Israele .
Martedì26 contemporanea l’attrice Ketty Di Porto presenterà alcune delle più interessanti e creative voci israeliane dell’ultima decade, in una performance che unisce i testi di Orly Noa Rabinyan alle immagini.
Il tempo declinato al futuro sarà indagato nell’incontro Tempus fugit: l’intelligenza artificiale e la cognizione del tempo, che si svolgerà lunedì 25 giugno alle ore 21.00 e che, moderati da Marco Panella, vedrà gli interventi di Rav. Riccardo Di Segni, Paolo Benanti (docente di Etica della Tecnologia all’Università Gregoriana), Paolo Merialdo (docente al Dipartimento di Ingegneria di Roma Tre) e Massimo C. Comparini (Ceo di E-Geos).
II festival chiuderà la sua undicesima edizione mercoledì 27 con “A testa alta. Storia di Moretto”, uno spettacolo diretto da Antonello Capurso con Ludovico Fremont e Micol Pavoncello, ispirato al libro “Duello nel Ghetto” (Rizzoli) di Maurizio Molinari e Amedeo Osti Guerrazzi, in cui si racconta l’avvincente storia di Pacifico Di Consiglio, detto Moretto.

Festival Internazionale di Cultura Ebraica, fino al 27 giugno