Il presidente dell’Accademia del Barolo racconta gli obiettivi e le sfide dei produttori

Sabato 10 e domenica 11 maggio il Castello Falletti, nel centro del comune di Barolo in provincia di Cuneo, ospita la XV edizione dell’Asta del Barolo. Gianni Gagliardo, presidente dell’Accademia del Barolo , racconta che l’evento è la punta di diamante di un progetto più ampio, che comprende anche altre attività volte ‘alla divulgazione della cultura del Barolo nel mondo’.

Uno degli obiettivi cui Gagliardo tiene maggiormente è cambiare la percezione che ne abbiamo in Italia: ‘Dobbiamo abbassare i toni su questa cosa del re dei vini, del vino per le grandi occasioni. Il consumo italiano del Barolo è molto danneggiato da questa visione: nel mondo lo si beve normalmente, senza aspettare un evento speciale, si consuma anche solo con una bistecca quando si ha voglia di bere un grande vino’.

Ecco perché ‘il Barolo viene esportato quasi tutto, e una buona parte di quello venduto in Italia viene bevuto da stranieri o comprato per essere portato via’. Da noi, invece, ‘quando ci regalano una bottiglia la mettiamo da parte aspettando che arrivi la grande occasione per stapparla, e poi finisce che dopo quindici anni è ancora lì. Un grande vino è giusto che sia bevuto, e se non c’è l’occasione la possiamo sempre creare’.

Anche per questo motivo ‘intorno all’asta negli anni si sono creati altri eventi. Per esempio sabato 10 organizziamo visite alle cantine e la sera c’è una cena al ristorante stellato La Ciau del Tornavento. È aperta a tutti, con un costo di 70 euro, che è molto contenuto, e si potranno abbinare al menù dodici Baroli scelti dai produttori tra il meglio che hanno in cantina. E i produttori saranno tutti presenti, quindi chiunque può parlare con loro, discutere, confrontarsi’.

I produttori in questione sono i dodici che compongono l’Accademia del Barolo e che rappresentano le più prestigiose aziende delle Langhe: Azelia, Cordero di Montezemolo, Damilano, Franco M. Martinetti, Luciano Sandrone, Michele Chiarlo, Paolo Scavino, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Pio Cesare, Prunotto e Vietti.

Sono loro i protagonisti dell’asta che si terrà domenica 11: ‘Sul nostro territorio ci sono bottiglie importanti perché le cantine dispongono tutte di alcune riserve cosiddette di famiglia. Noi raduniamo una serie di lotti, cercando di avere bottiglie più rare possibili, e poi li mettiamo all’asta. Quest’anno saremo collegati anche con Hong Kong e Dubai; una tradizione, quella dei collegamenti con l’estero, che ha sempre caratterizzato l’asta. Ci sono un paio di lotti destinati alla beneficenza: lo facciamo abitualmente. Il resto va a sostenere almeno in parte i costi dell’evento’.

E il compratore tipo chi è? Un privato, un grande ristorante, un’azienda? ‘Sempre un privato, e anche se è un ristoratore fa un’azione personale e in rari casi compra per mettere in lista. La cosa interessante è che chi compra lo fa per stappare le bottiglie. Infatti Baroli troppo vecchi in asta hanno difficoltà, perché l’acquirente comincia a chiedersi se saranno ancora buoni. Quindi a differenza delle aste dei francesi, che sono oramai basate sull’investimento, questa è basata sulla volontà di portarsi a casa qualche buona bottiglia da bere’.

L’asta avrà anche un ospite particolare: ‘Charlie Arturaola, uno dei più grandi sommelier al mondo, che quest’anno sarà presente per girare un pezzo del suo secondo film, già venduto se ho capito bene in Inghilterra e negli Stati Uniti. Arturaola è stato premiato come miglior comunicatore del vino due anni fa, da Vinitaly. È un uomo che sa far innamorare del vino’.

Terminata l’asta c’è l’ultimo appuntamento del weekend, decisamente più esclusivo rispetto alla cena del giorno precedente: si pranza infatti presso Le Calandre, tre stelle Michelin, recentemente confermato nella classifica dei migliori 50 ristoranti del mondo . Le portate saranno accompagnate ‘da Baroli 2010: sarà una sorta di battesimo per questa annata’.

In attesa di chiudere la XV edizione dell’Asta del Barolo e di mettersi a preparare la successiva, il bilancio è già ora positivo: ‘Abbiamo la fortuna di avere vini che comunicano un po’ da soli, e obiettivamente il mondo del Barolo viaggia molto bene’. Si registrano passi avanti anche riguardo la percezione tutta italiana di questo vino: ‘Sono convinto che a breve si ordinerà con facilità una bottiglia di Barolo’, senza peccare di ‘eccessivo riguardo’.