Azerbaigian ed Egitto: i vini premiati
(Credits: NightAndDayImages/iStock) – 29 agosto 2017

Azerbaigian ed Egitto: i vini premiati

di Aldo Fresia

Per la prima volta, vini provenienti dall’Azerbaigian e dall’Egitto hanno ricevuto importanti riconoscimenti internazionali: di quali bottiglie stiamo parlando?

Un grande concorso internazionale non ha solamente il compito di verificare se vini, produttori e aree geografiche blasonate confermano o meno la loro eccellenza: ha anche l’obbligo di gettare uno sguardo sulle realtà emergenti per farci sapere quali sono i nuovi orizzonti da tenere d’occhio. L’edizione 2017 dell’autorevole International Wine and Spirit Competition lo ha fatto premiando per la prima volta nella sua storia bottiglie provenienti dall’Azerbaigian e dall’Egitto.

I PREMI DELLA IWSC
Ogni anno, e dopo una serie di degustazioni alla cieca, la IWSC assegna ai vini più meritevoli medaglie d’oro, argento oppure bronzo: già solo riceverne una significa essere entrati nel novero dei migliori produttori al mondo ed è per questa ragione che l’ingresso di due nuovi paesi tra i medagliati merita di essere segnalato.

AZERBAIGIAN, I VINI PREMIATI
La Aspi Winery dell’Azerbaigian si è aggiudicata un bronzo per il suo Savalan Syrah Reserve 2013 e un argento per il Savalan Marselan-Syrah Reserve 2013. È un premio che parla anche italiano, perché a gestire al Aspi Winery sono stati chiamati il viticoltore Daniele D’Andrea e l’enologa Elisa Vagnoni, che sono marito e moglie. Insieme, hanno preso circa 340 ettari situati nella campagna della cittadina di Savalan (da qui viene il nome dei vini) e li hanno trasformati in un’azienda che oggi produce una ventina di varietà fra bianchi, neri, passiti e spumanti. E che prima delle due medaglie della IWSC aveva già conquistato alcuni riconoscimenti di peso.

EGITTO, I VINI PREMIATI
All’egiziana Al Ahram Beverages Company sono andati due bronzi: per il Grand Marquis 2016 per l’Al Ahram Ayam 2015. Si tratta di una realtà operativa sin dal 1897, quando l’Egitto era un protettorato dell’Inghilterra, ma che ha iniziato a percorrere i passi che hanno condotto ai premi solo in anni recenti, quando dal 2002 è stata acquistata dal gruppo Heineken. Oggi Al Ahram gestisce in Egitto due birrifici, un’estesa coltivazione di malto, una fabbrica di bevande analcoliche e appunto una casa vinicola che produce una trentina di bottiglie differenti.

UN CAMBIAMENTO A LIVELLO GLOBALE
Gli esperti fanno notare che il risultato agguantato da Azerbaigian ed Egitto non è un fulmine a ciel sereno, ma si inserisce in una tendenza globale in atto da qualche tempo. Negli ultimi anni abbiamo infatti assistito alla progressiva affermazione di nazioni che qualche decennio fa rimanevano fuori dai radar della produzione vinicola d’eccellenza. Vedi ad esempio la Russia, che era già stata premiata in precedenza dalla IWSC e che nel 2017 ha fatto registrare un incremento delle medaglie pari al 150%. Un discorso simile può essere fatto anche per il Giappone (+55%), la Moldavia (+47%) e la Georgia (+47%).