I cocktail club Experimental, da Ibiza a New York

I cocktail club Experimental, da Ibiza a New York

di Simone Monguzzi

Atmosfera che ricorda il proibizionismo, professionalità, esperienza e coraggio. Così cinque giovani stanno conquistando il mercato dei cocktail club

Romée de Goriainoff, Olivier Bon, Pierre-Charles Cros e Xavier Padovani sono i quattro fondatori di Experimental Cocktail Club , una serie di locali sparsi tra Parigi, Londra, New York e Ibiza la cui idea è semplice, ma vincente: servire drink di qualità in un ambiente rilassato, ma allo stesso tempo di design. In meno di una decade sono riusciti a creare una rete di locali che sono diventati gli indirizzi più gettonati per fare le ore piccole sorseggiando fantastici cocktail.

Come vi siete conosciuti?
Io (Pierre), Romée e Olivier ci siamo incontrati 20 anni fa, a scuola, nel sud della Francia. Siamo diventati subito amici e, finiti gli studi, siamo tornati a Parigi e lì abbiamo deciso di aprire il primo Experimental Cocktail Club, nel 2007. Dopo poco abbiamo incontrato Xavier Padovani che è diventato un grande amico e si è unito al nostro gruppo nel 2010 con l’apertura del nostro primo bar di Londra, l’ECC Chinatown.

Perché avete deciso di aprire il vostro primo club proprio a Parigi?
Abbiamo da sempre la passione per bar, ristoranti e locali notturni. Sapevamo che il nostro futuro era in questo settore; fin da piccoli siamo stati abituati a viaggiare molto e facendo mente locale abbiamo realizzato che in ogni grande città c’erano cocktail bar, tranne a Parigi! Ecco com’è iniziata la nostra avventura.

Stiamo parlando del 2007. Com’era la vita notturna parigina in quel periodo?
A Parigi non c’erano vie di mezzo, si trovavano molti bistrot e discoteche, nessun cocktail bar dove si potessero bere drink fatti come si deve, forse perché la cultura francese è più legata al vino. Dopo l’apertura del nostro primo club, a poco a poco, la scena si è evoluta, ora ci sono una moltitudine di locali simili al nostro che dopo mezzanotte si trasformano in discoteche.

Qual è la chiave del vostro successo ?
Abbiamo raccolto la sfida, correndo dei rischi, e abbiamo sorpreso la clientela con un atmosfera di design, ingredienti di qualità e drink studiati nei minimi dettagli. La nostra filosofia è:’Assaggialo, se non ti piace, è gratis”. Nessuno si è mai lamentato… Per ora.

Qual è la città dalla nightlife più interessante in questo momento?
Ci sono molti luoghi in fermento in giro per il mondo, il Sud America per esempio, lì la nightlife ha una marcia in più. A Città del Messico ci sono club come il MNRoy e bar come Limantour e il Lillit che sono davvero all’avanguardia. San Paolo è un altro luogo molto interessante: la settimana scorsa eravamo all’apertura del ristorante-bar Riviera, un sogno! Il cibo e la qualità dei cocktail non aveva nulla da invidiare ai migliori indirizzi della scena newyorkese.

L’atmosfera dei vostri locali ricorda gli anni del Proibizionismo. Cosa vi piace di quel periodo?
Era un tempo in cui bere alcolici era un vero e proprio lusso, quasi un rito. I locali di quel periodo erano ricchi di charme, la gente era molto elegante e i barman erano dei professionisti molto preparati. Abbiamo preso questi aspetti come fonte d’ispirazione sia per la progettazione dei nosti spazi che per la creazione dei nostri cocktail.

Avete mai pensato di aprire un ECC in Italia?
Ci stiamo pensando, Romée ha studiato a Milano e ci terrebbe molto. Ora come ora si tratta solo di un’idea, vedremo cosa ci riserverà il futuro.