L’archi-designer Luca Trazzi ridisegna il bicchiere per il cocktail dalle origini venete. Perché un buon aperitivo parte dal contenitore

Per chi ama l’aperitivo “mosso” e leggero, uno dei cocktail che non tramonta mai ma si evolve, a partire dal bicchiere in cui lo si gusta, è lo Spritz: 11 gradi, colore arancio intenso e qualche bollicina.

Le origini collocano questo drink miscelato nella zona del Triveneto grazie, pare, ai soldati dell’Impero austriaco di fine Ottocento che per stemperare l’elevata gradazione alcolica dei vini veneti, li avrebbero miscelati con il seltz. Anche se per ottenere il cocktail oggi conosciuto si è dovuto attendere intorno agli anni ’30 dello scorso secolo dove, tra Padova e Venezia, si pensò ad unire il bitter Aperol all’usanza delle milizie austroungariche.

Questo per quanto riguarda il contenuto. E il contenitore? A segnare l’estate 2016 è il nuovo signature glass di Aperol, il liquore del Gruppo Campari, disegnato da Luca Trazzi, archi-designer veneto con sede a Hong Kong, che lo ha presentato negli spazi della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.

L’Aperol Spritz perfetto si prepara in un bicchiere rock o in un calice grande da vino. “Pensando al bicchiere come l’oggetto che accompagna le serate, ho voluto disegnare qualcosa che rappresentasse il divertimento senza stravolgere il linguaggio a cui si riferisce il brand. Ossia, ho seguito la linea della bottiglia di Aperol capovolta, come quando la si versa, riproponendo sottosopra le curvature e gli elementi che la contraddistinguono”, spiega Trazzi. Come in un gesto che richiama la convivialità il cui risultato è “un bicchiere dal corpo grande che all’impugnatura presenta due bombature. Perché lo spritz, come ho sperimentato per altre bevande quali il caffè, se bevuto in un recipiente squadrato le molecole del drink si dividono invece di roteare circolari. Da qui, l’esigenza di una forma morbida, di ampio contenimento della coppa”.

Ma come si fa lo spritz? Gli esperti suggeriscono 3 parti di Prosecco, 2 di Aperol (ma si può preparare anche con altri liquori, quali il Gin, il Campari o anche Select, il Cynar) una di soda, ghiaccio per ¾ di bicchiere e mezza fettina d’arancia. Il trucco extra? Versare il tutto con un movimento circolare per evitare che si depositi sul fondo.

“Lo spritz, come tutti i cocktail con ghiaccio non va fatto riposare ma va bevuto al momento. Per questo un bicchiere a calice aiuta a far arrivare i profumi dell’arancio direttamente dal palato al naso fin dal primo sorso. Inoltre, le curvature del nuovo bicchiere Aperol Spritz sottolineano il colore intenso del cocktail, mentre la doppia curva del vetro ne esalta gli aromi e i sapori”, conclude il designer veneto. Per un aperitivo sempre di tendenza, che non segue la moda, ma la fa. A partire dal bicchiere.