Menu fusion ad hoc, nuove aperture in odore di stelle Michelin, cucina super-healty e luoghi che recuperano la tradizione del pane: tutti i posti dove andare a pranzo (e cena) per chi è in città

CHEF STELLATI

Si chiama [bu:r] come la trascrizione fonetica del suo cognome, il nuovo avamposto milanese dello chef stellato Eugenio Boer. Escamotage per chiarire ogni dubbio su una pronuncia molto spesso storpiata, l’italo-olandese arriva a Milano, presentandosi con un ambiente intimo, immaginato dall’architetto Mario Abruzzese, costruito su marmo, legno di noce e ottone, con divisori in paglia di Vienna e carta da parati con stampe cinesi.  Nessun menù fisso, ma 8 ‘concetti’, suggestioni e ossessioni dello chef, ognuno dei quali contiene al suo interno una serie di piatti. Da Nino Bergese, primo cuoco ad aver trasformato un ristorante che si differenziasse dalle classiche trattorie italiane, La Santa (2 stelle Michelin), a Waste don’t Waste, legato al concetto di eco-sostenibilità con piatti realizzati dagli scarti di altre preparazioni, passando per I miei classici, che annovera i piatti forni di Boer (Risotto alla Cenere, Cervo e la sua Storia, e il Ragù di Polipo), il viaggio sensoriale è garantito.

[bu:r] via Mercalli, angolo S. Francesco d’Assisi

SUPERFOOD

Un’ode ai superfood, quei cibi naturalmente ricchi di polifenoli e vitamine (salmone, cavolo nero, alghe, mirtilli, bacche, fagioli neri e barbabietole tra gli altri), e anche al mito della caverna di Platone, secondo il quale tutto parte dalla conoscenza del sè. Da queste basi nasce Plato, nuovo concetto di ristorazione che piacerà a tutti gli amanti della cucina salutare. Proposte vegetariane, senza glutine, nichel o lattosio, il posto è l’occasione di scoprire ingredienti nuovi come la moringa, pianta originaria dell’India, ricca di ferro, calcio, vitamina A e C. Simbolo distintivo di Plato i Veli, soffici strati di farine speciali, prive di lievito o glutine, dentro i quali si nascondono ripieni dolci o salati.

Plato Chic Superfood, Via Cesare Battisti, 2

PANE E VINO

Si chiama Forno Collettivo, il nuovo rito legato al pane a Milano. E dietro il bancone ci sarà Carol Choi, newyorchese trapiantata in Italia ed esperta di uno degli alimenti alla base della dieta mediterranea, che qui si sposa alla perfezione con la selezione di vini ‘onesti e naturali’, in un locale che sublima la socializzazione intorno alla tavola. Ad essere selezionate poche tipologiedi pani, le cui caratteristiche sono quelle del formato (medio grande), dell’impiego esclusivo di lievito madre, varietà recuperate di grano, o mix di vecchi e nuovi grani. Mollica porosa, grazie all’elevata idratazione dell’impasto, e crosta croccante, l’ingrediente principe di Forno Collettivo sarà ovviamente affiancato a specialità alla griglia e alla plancha. Infine, dall’autunno, nel rispetto delle tradizioni originarie dei forni di paese, si potrà portare a cuocere la propria forma di pane.

Forno Collettivo, via Lecco 15

CENA FUSION

Di Kowa, il ristorante pan-asiatico aperto in zona porta Romana, abbiamo già parlato. Situato all’interno dell’hotel a cinque stelle Fifty House, è diretto in cucina da Jeff Tyler, esperto nella cucina pan-asiatica e già chef di posti come Zuma e Novikov a Londra. Nella scenografica location con giardino esterno, durante la Fashion Week si potrà gustare un nuovo menù, che affianca dim sum e ravioli gyoza con gamberi piccanti, wonton croccanti di gameri, maiale e cavolo, si potranno sperimentare variazioni sul sushi, come il gunkan con uovo di quaglia e tartufo nero o nigiri il famoso manzo waygu e caviale, da abbinare ad una delle varietà di sake o scegliendo tra la lista dei 30 cocktail proposti. 

Kowa, via Benvenuto Cellini 14

COME A CASA

La sensazione, appena si entra al BellaGioia Bistrot, è quella di essere arrivati direttamente in cucina. Un’illusione, certo, ma resa possibile da una vetrata in stile rétro, dalla quale è possibile parlare con il cuoco che preparerà il piatto sotto i vostri occhi. Un’idea nata dalla volontà della coppia, Salvo, lo chef, e Chiara, nutrizionista, e sostenuta dal progetto architettonico dello studio Arch+Studio, che hanno ricreato al primo piano un ambiente accogliente, fatto di boiserie, legno, e una parete interamente rivestita in mattonelle e illuminata da una luce soffusa. Un’idea di calore casalingo, premure e piatti cucinati ad hoc, che riverbera nel menu, verdure e farine biologiche che si impastano con uovo di selva della Valtellina, pasta fresca tirata a mano, e piatti adatti anche ai celiaci.

Bellagioia Bistrot, via Fausto Melotti 6

 PER LA PAUSA CAFFÈ

Un progetto che nasce dalle mani esperte (soprattutto nell’impasto del pane) del marchio Maria Marinoni, RosebyMary, e che però fa un passo successivo verso una clientela cittadina, attenta al benessere. Così, oltre alla varietà di pane, un’ampia gamma tra la quale si possono ritrovare anche quelli low carb, integrali, o con farine di mais, anche il momento della colazione o della pausa caffè è ricco di scelte. In un ambiente che ha la natura nel DNA (il progetto d’interior curato da Paola Mannucci utilizza legno, vetro e ferro e una scenografica parete con essenze artificiali di lavanda, rosmarino e basilico) la pasticceria è quindi priva di glutine, senza latticini e uova, e con l’utilizzo esclusivo dello zucchero di canna. La selezione del caffè punta infine sulle monorigine, mentre i croissant si farciscono sul momento con confetture e creme fatte in casa.

RosebyMary: via Cesare Battisti 1, Via San Prospero 4 e Piazzale Cadorna 14