Qualcuno è stato inaugurato di recente, altri sono nuovi ma già diventati un’istituzione. Ecco i ristoranti da non perdere nella città di Dante

Sono tante le proposte culinarie offerte da Firenze. Icon ne ha provate 7 che consiglia tra quelle più interessanti, fantasiose, da non pedere.

La storia in un panino
Gli appassionati del panino al lampredotto devono fare uno stop da Nerbone, un corner all’interno del Mercato Centrale, mecca dello street food e delle botteghe di eccellenze che il prossimo 11 novembre ospita anche i festeggiamenti conclusivi per i 300 anni di Chianti Classico. Oppure, se si trovano in zona S.Ambrogio, si fermino al barroccino stabile di via de’ Macci, davanti al titolato Cibreo di Fabio Picchi. In entrambi i posti il lampredotto viene servito in modo tradizionale (come insegna l’antica ricetta medioevale) più qualche tocco di fantasia, come lampredotto in inzimino e con fagioli all’uccelletto.

La truffle experience
All’interno dell’hotel NH-Porta Rossa, uno dei più antichi d’Italia con un’attività che risale al 1300, si trova ospitato il primo ristorante tematico dedicato al tartufo. Qui, l’azienda Savini Tartufi porta ogni giorno la sua esperienza e i suoi prodotti giocando con menu in grado di regalare un’esperienza agli estimatori di questi sapori. Dall’antipasto al dessert: da testare la mattonella di Vivoli di ricotta di pecora con fichi secchi e miele al tartufo, una vera truffle experience.

L’avventura culinaria
Entiana Osmenzeza, la chef di origini albanesi e piemontese d’adozione, è alla guida dei fornelli di uno dei locali più innovativi della città. E non poteva che chiamarsi Gurdulù, dal nome di un personaggio de Il cavaliere inesistente di Calvino, questo ristorante (oltre al wine e cocktail bar che funziona indipendentemente) che rappresenta la sperimentazione, il cambiamento e la fantasia della chef e dei suoi cinque proprietari: Marco, Marino, Michele, Pietro e Stefano. Dalla cucina a vista escono infatti sapori e profumi che raccontano la storia dei piatti provenienti dai Balcani, dalla Spagna e dalla stessa Firenze. Attraverso un menu eclettico che cambia ogni sei settimane.

Il foodball a 360°
Per i fan del calcio c’è il Fashion Foodballer una sorta di museo dello sport fatto di foto, coppe e cimeli originali (del calcio, ovviamente) che completano le linee moderne del locale. Grandi monitor permettono di seguire in diretta le partite e, se non ci sono, il locale si trasforma nel luogo ideale per incontri di lavoro e per fare due chiacchiere mangiando. Il menu di Niccolò De Riu, il giovane chef ex cuoco del Portofino, è suddiviso tra tradizionale e vegetariano e consiste nei primi, pietanze, insalate, burger, pizze e dolci. Qualche esempio da non mancare? Dallo spaghetto, pesto di rucola, mandorle e parmigiano alla cecina e baccalà, fino Florence cheesecake.

L’olio come protagonista
A Firenze, in Piazza Pitti, l’azienda Gonnelli dello storico Frantoio Santa Téa (1585) ha aperto ad ottobre Olivia, il negozio-ristorante interamente dedicato all’olio. Qui la fanno da padrone bruschette, insalate e fritti, ma anche dolci a base di extravergine. La cucina, insolita e originale, propone infatti un kit “fai da te” per prepararsi i crostoni personalizzati, scegliendo fra i vari ingredienti. Per quanto riguarda i fritti, fulcro del menu di Olivia, sono realizzati senza pastella e uovo. Da provare.

La vista sulla città
Al sesto piano dell’Hotel Westin Excelsior in piazza Ognissanti, nel cuore del centro storico, si trova Se.Sto on Arno, un ristorante chiccoso dalle pareti di vetro alla cui guida c’è il pluripremiato Matteo Lorenzini, lo chef che propone ai veri foodie dall’aperitivo sfizioso al menu degustazione.

La cena stellata
La guida Michelin 2015 ha assegnato la prima stella, tra le 27 new entry, al Winter Garden by Caino. Così a Firenze il ristorante del St. Regis Florence si attesta come la nuova alternativa all’offerta gastronomica stellata cittadina. Executive Chef alla guida del Winter Garden è Michele Griglio che propone un menu dal sapore tradizionale e dal gusto fiorentino ma che strizza l’occhio internazionalità.