La cucina di strada del futuro: robot chef e street food high-tech

La cucina di strada del futuro: robot chef e street food high-tech

di Penelope Vaglini

Robot che preparano patatine fritte, dolci con ripieno alla vaniglia e cocktail classici. Ecco le ultime automazioni nel campo del food & beverage

Sono sempre di più gli imprenditori che guardano con interesse all’inserimento dei robot all’interno dei fast food. L’automazione, infatti, potrebbe rendere più semplice e rapida la realizzazione di alcune ricette, riducendo al minimo la possibilità di errore e facendo fronte alla grave crisi del personale che, dopo i lockdown, ha colpito duramente il settore.

In generale, la categoria dei robot è cresciuta a buon ritmo negli ultimi anni. Secondo il World Robotics Report 2022 le installazioni a livello industriale, solo nel 2021, sono cresciute del 31% rispetto all’anno precedente e nel settore del food hanno segnato un +18%. Le previsioni dicono che il trend resterà in crescita con un +7% annuo fino al 2025.

La Cina è il Paese in cui il mercato dei robot è più fiorente, seguito da Giappone e Stati Uniti. L’Italia si piazza al sesto posto, subito sotto alla Germania. Il settore dell’ospitalità ha visto un incremento dell’85% nella presenza di questi assistenti meccanizzati, principalmente a causa della nascita di nuove dark kitchen, dell’incremento degli ordini di cibo in delivery e della riduzione di personale specializzato.

L’ascesa dei robot

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Moley Robotics

Il trend dei robot chef, seppur non ancora mainstream, inizia a far parlare di sé grazie all’uscita sul mercato di numerosi prototipi. Anche se per il momento i costi sono alquanto proibitivi, presto assisteremo all’entrata in commercio di modelli con prezzi più abbordabili. Le implementazioni al vaglio delle aziende tecnologiche riguardano la facilità di installazione, configurazione e la ricerca di nuovi canali di distribuzione.

Nel 2021 ha fatto scalpore il robot chef di Moley Robotics, di cui il ceo Mark Oleynik ha puntato sullo sviluppo per convincere gli early adopter della bontà della sua idea. Il primo modello è nato dopo anni di ricerca in cui, secondo Forbes, l’azienda ha speso oltre 10 milioni di sterline, di cui una parte è stata finanziata con denaro pubblico, parte del fondo inglese Innovative Uk. Il meccanismo di funzionamento è semplice: la macchina è dotata di due braccia e dita prensili che possono muoversi nell’area della cucina che va dal lavandino, ai fornelli, fino ai pensili e alla colonna frigo/freezer.  

I robot chef per i fast food

Se il robot di Mark Oleynik è stato pensato per l’installazione domestica, quelli sviluppati da Miso Robotics sono invece ideali per i fast food. Flippy 2, per esempio, è un co-bot, ovvero di una macchina che può assistere gli chef in lavori di preparazione ripetitivi. Friggere le patatine e le alette di pollo è semplice per lui, grazie all’Intelligenza Artificiale che consente il riconoscimento del cibo e gli permette di imparare dai propri errori. La modularità consente l’installazione del braccio meccanico anche in cucine dalle dimensioni molto piccole.

Le caffetterie possono già contare su CookRight Coffee, un’intelligenza artificiale che garantisce la preparazione di un caffè sempre perfetto per temperatura e infusione. L’Università di Cambridge invece, si è spinta oltre, testando un robot chef in grado di degustare alimenti, capace di riconoscere e regolare la quantità di condimenti e cucinare di conseguenza piatti complessi come le omelette.

La fase di assaggio è infatti fondamentale per la buona riuscita di una ricetta e, imitando il processo di masticazione, il robot riesce a tracciare una mappa di gusti utile per regolare il processo di cottura.

Cibo (e drink) high tech, i pasti preparati dai robot

I fast food gestiti da robot chef e Intelligenza Artificiale sono tutt’altro che fantascienza e ne sono stati già testati esempi funzionanti, anche in Europa. In Germania, per esempio, ha fatto scalpore Da Vinci Kitchen, un chiosco di pasta take away totalmente automatizzato, ma già chiuso definitivamente. Gli ordini e i pagamenti avvenivano tramite app, mentre un braccio meccanico preparava il pasto di fronte agli occhi dei passanti, utilizzando fino a 15 diversi ingredienti.

Gli ospiti delle crociere Royal Caribbean, del Robo-bar di Amsterdam e del Karlovy Lazne Club di Praga posso invece bere un cocktail preparato dai robot bartender di Makr Shakr, disegnati dallo studio italiano Carlo Ratti Associati. Gli ordini avvengono tramite un’app, a cui segue la preparazione della miscela attraverso braccia meccaniche dalla precisione millimetrica, capaci di sollevare bottiglie e versare il giusto quantitativo di ogni ingrediente nel bicchiere.

Anche il ramen è “robotizzato” grazie al format Yo-Kai Express che in Giappone conta numerose vending machine in diversi centri commerciali, mentre in America è diventato un chiosco itinerante già presente in città come San Francisco, San Jose, Houston, Tucson e Tampa. Il meccanismo è molto semplice: dei robot chef preparano e impiattano il ramen in soli 45 secondi, placando immediatamente la fame di chi si appresta ad ordinare con lo smartphone o sui grandi schermi touch presenti sul chiosco.

Infine, RoboChef ha messo a punto SmartKiosk, un sistema automatizzato per creare infinite combinazioni di biscotti. In partnership con il Caesar’s Palace di Las Vegas ha così implementato una vending machine con un braccio robotico che conserva e serve i famosi Cronut del pasticcere Dominique Ansel. Si tratta di un incrocio tra croissant e ciambelle farcite con latte alla vaniglia.

Robot chef, tendenza o moda passeggera

Tra esperimenti fallimentari e innovazioni adottate delle catene alberghiere più rinomate del mondo, i Robot Chef continuano a essere implementati da startup tecnologiche. Si tratta di una moda passeggera oppure di un trend destinato a svilupparsi in modo esponenziale? Sicuramente in alcuni settori, dove la standardizzazione e la velocità di esecuzione delle ricette sono essenziali, i benefici delle braccia meccaniche sono innumerevoli. Ma nelle cucine dove la creatività dello chef e la cura degli ingredienti sono fondamentali probabilmente, per questi intelligentissimi ed efficienti cuochi robotici, non ci sarà mai spazio.