La tendenza a tavola è tra piatti della tradizione, pizza e cucina nikkei

Parigi è una città che sa offrire una grande tradizione gastronomica, ma anche un forte fermento legato alle cucine di tutto il mondo. Ecco qualche consiglio tra nuove aperture e locali di tendenza per pasti legati al territorio, ma anche alla forte valenza cosmopolita che rende unica questa città.

Bien Élevé. Carni e legumi di Francia sono tra i protagonisti della tavola di Bien Élevé, nuovo giovane ristorante in pieno IX arrondissement. In cucina Thibault Eurin propone menù di stagione in cui un particolare posto viene riservato alla carne di Black Angus allevata a Calais dalla famiglia Bouchez di Les Viandes du Chateauneuf. Aperto dal martedì al sabato, Bien Élevé nasce da un’idea dei giovani Arthur Lecomte e Dimitri Aboulker che hanno basato la scelta della carta di questo locale esclusivamente sulla qualità delle materie prime: dalle patate alle carote, dai formaggi all’offerta ittica. Già perché qui, oltre a piatti come la tartare o il burger di Black Angus, non mancano il ceviche e i secondi preparati con il pesce (fresco) del giorno. Tra i dessert, oltre a una buona selezione di formaggi, sono da provare il Baba à la chartreuse e la Ganache au chocolat.

Bijou. Ha aperto a due passi dal Sacro Cuore il suo secondo locale. Gennaro Nasti, il pizzaiolo napoletano più amato di Parigi approda a Montmartre con Bijou: un luogo delizioso dove assoluta protagonista è la pizza gourmet. Trentasei posti a sedere, un’atmosfera vintage, la carta che abbina a ogni pizza servita il relativo calice di vino o di champagne. Impasti a lunga lievitazione, farine biologiche e una proposta che spazia dalle sette pizze classiche alle cinque pizze gourmet (con impasto integrale) che cambiano ogni tre mesi. Qualche esempio? Tra le prime la Diavola con ricotta di bufala, nduja e provola o la Capricciosa con pomodoro San Marzano, fior di latte, funghi, carciofi, prosciutto cotto, spianata piccante e olive caiazzane; tra le seconde la gourmet con melanzana perlina, mandorle, stracciatella, pomodoro del Piennolo e limone o la pizza con ventresca di tonno, funghi di stagione e Provolone del Monaco.

Divellec. Il fine settimana il brunch, qui, è d’obbligo. Siamo nel VII arrondissement su quella rive gauche che mantiene il suo fascino inalterato a dispetto del tempo. Il locale, vicino a Les Invalides, è chic e raffinato, ma non ostenta opulenza, bensì trasmette il piacere di stare bene. Aperto tutti i giorni della settimana propone i piatti creati e pensati dallo chef Mathieu Pacaud, che, insieme al padre Bernard Pacaud (6 stelle Michelin in due) raccontano l’energia di una tavola marittima contemporanea, dove l’eleganza non preclude il confort e l’atmosfera è al contempo festosa e tranquilla. L’orgoglio e la gioia sono i pesci, i molluschi e i crostacei, ma un plauso va anche alla sperimentazione di piatti rivisitati in chiave moderna come i ravioli di aragosta con crema alla citronella, l’uovo parfait alla fiorentina o il burger di Saint-Jacques. Dal mese di gennaio Divellec aprirà anche il mattino per il servizio di colazione.

UmaLucas Felzine ha aperto il primo ristorante nikkei a Parigi. Non è mai stato in Perù, ma ha sempre lavorato con chef giapponesi e la sua cucina ha dell’incredibile. I colori, le consistenze, i sapori sono quelli della terra peruviana, di una tradizione che lui, giovanissimo, conosce molto bene solo grazie all’esperienza sul campo. Uma è un luogo del cuore in piena riva destra, a due passi dalle Tuileries, dove la tecnica di cucina giapponese si unisce ai prodotti francesi e all’ispirazione peruviana che colora piatti in cui terra e mare, dolce e salato parlano la stessa lingua. Qualche esempio? Il ceviche di salmone marinato alla barbabietola, tacos di agnello con guacamole, tiradito di Saint-Jacques servito con kiwi e vinaigrette al tè. Gli amanti della mixology qui possono assaggiare anche i cocktail preparati da Théo Faucher che propone le sue specialità a base di mezcal, saké e pisco.

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