Proposte classiche, inedite, a tre piani o arrotolate. Denominatore comune: la vera Piadina Romagnola

Da qualche mese la piadina romagnola ha ottenuto il riconoscimento IGP, ossia l’Indicazione Geografica Protetta. Una tutela per il consumatore, ma anche per questo prodotto che è patrimonio di tutta la Romagna. Tra i più celebri “cibi di strada” famoso in tutto il mondo per la semplicità degli ingredienti (farina di grano tenero, acqua, sale, strutto oppure olio extravergine di oliva) e la versatilità negli abbinamenti ha il suo cuore pulsante nei lidi ravennati, ma non solo. Ecco i luoghi migliori dove assaggiare una vera piadina che può dirsi Romagnola solo se prodotta e confezionata in Romagna:

La Piadina del Porto. Nessun sito internet e nessuna pagina Facebook potranno convincervi a venire a Rimini, in via destra del Porto 71, per provare le specialità di questa gastronomia-piadineria. Solo il passaparola. Aperto da quindici anni e gestito da romagnoli doc, La Piadina del Porto propone una trentina di piadine e una cinquantina di cassoni (una specie di focaccia fatta con l’impasto della piadina) la cui particolarità è di essere farciti con verdure crude. Tra le piadine non mancano quella hamburger e la piada con sardoncini marinati, cipolla e rucola. Una curiosità: le materie prime sono locali come il pesce azzurro della zona, tra i protagonisti dell’offerta anche nel reparto gastronomia.

Chiosco del Lago. Siamo a Cervia, nel ravennate, in una delle tappe obbligate per la vera piadina Romagnola. Qui l’impasto (anche con il farro) si tira ancora con il matterello e le piade vengono cotte su lastre di pietra. La scelta spazia dalle piadine più classiche a gusti più curiosi (come quella con salame, melanzane e formaggio alla griglia), ma qui si preparano anche i crescioni (stessa pasta della piada, ma più sottile e piegata a mezza luna) e i rotoli ottenuti arrotolando la sfoglia di piadina farcita con i più svariati ingredienti.

Piadina del Mare. A Milano Marittima è una vera istituzione. Tre generazioni di piadinare alle spalle, cinquant’anni di storia, tre chioschi e un menù d’eccezione. La scelta è davvero ampia: dalla piada vuota a quella con cotoletta, pomodoro, insalata e maionese, passando dai crescioni vegetariani ai rotoli con squacquerone, marmellata e fichi o ancora alle schiacciatine al sale di Cervia. La ricetta dell’impasto? La stessa dal 1960.

Amarcord. Hanno imparato l’arte della piadina a Gatteo a Mare (Fc) e da qualche mese la stanno diffondendo sotto la Madonnina. Qui, dove non manca anche qualche piatto di ristorazione, le piadine sono classiche (crudo, squacquerone e rucola), gorumet di terra (carpaccio di pere su un letto di songino, tacchino, gocce di gorgonzola, noci e polvere di pistacchi) o di mare (lattughino, carpaccio di salmone, avocado e semi di melograno). La più originale? Quella su tre piani che si sviluppa in altezza, con caponata, bresaola, brie, noci e aceto balsamico.

Fresco Piada. E a Milano, all’interno del Mercato Metropolitano, è approdata fino a fine ottobre la piadina di questi artigiani di Riccione che producono in Romagna e vendono in tutta Italia. Realizzate con materie prime selezionate come farine di grani romagnoli, sale marino di Cervia o olio extravergine di oliva delle colline riminesi, le piadine si caratterizzano anche per una ricerca nelle ricette e nelle tipologie tipiche della zona nord della Romagna. Basti pensare alla Piada di Santarcangelo di Romagna con il giusto equilibrio tra spessore, dimensione e rotondità di gusto o la Piada del Chiosco che ricorda per spessore, forma e profumi le piade della zona del ravennate.