Ready to drink, perché i cocktail pronti da bere stanno spopolando

Ready to drink, perché i cocktail pronti da bere stanno spopolando

di Penelope Vaglini

Pronti da versare nel bicchiere, a casa o dove preferite. I cocktail premiscelati vanno forte e i dati prevedono una crescita dei consumi del 12% entro il 2027.

Avere un drink già pronto a portata di mano era il sogno di tutti coloro che amano ricevere ospiti a casa, ma non sono degli assi della mixology, o semplicemente non hanno una bottigliera così fornita. L’ascesa dei ready to drink, cocktail premiscelati pronti da versare in un bicchiere con ghiaccio e consumare, ha reso l’arte della miscelazione di qualità accessibile anche nell’ambiente domestico. In più, ha permesso alle attività di ristorazione che non hanno una figura di bartender dedicata, di servire ottimi aperitivi ai propri ospiti.

I formati sono diversi. Ci sono quelli in busta (monoporzione oppure in bag in box di cartone), le lattine utilizzate principalmente per le miscele carbonate (con le bollicine), le classiche bottiglie in vetro in differenti formati e i fusti. Nei cocktail bar, inoltre, è sempre più facile trovare i cocktail alla spina. Già pronti da consumare, vengono spillati direttamente nel bicchiere per velocizzare il servizio.

Semplici da consumare, i cocktail ready to drink conquistano sempre più consensi. Molti seguono infatti la tendenza del low alcol e risultano particolarmente apprezzati dai drink lover che optano per la moderazione al consumo di bevande alcoliche.

Quante tipologie di ready to drink esistono?

All’interno dell’ampia categoria di ready to drink si possono trovare prodotti molto diversi da loro. I long drink uniscono una base alcolica a un mixer alcol free come per esempio il Gin & Tonic, il Vodka Soda o il Whisky & Soda. Gli hard seltzer uniscono invece acqua carbonata e piccole percentuali di alcol e spesso sono aromatizzati, mentre gli hard coffee e hard tea uniscono alle rispettive basi di caffè e tè dei prodotti alcolici. Stesso discorso per gli hard kombucha, derivati dalla bevanda fermentata sempre più di tendenza nel mondo della mixology.

I wine cooler miscelano invece vini carbonati a succhi e frutta fresca. I FABs (Flavoured Alcoholic Beverages) comprendono prodotti come i celeberrimi Bacardi Breezer e i Ready to Serve abbracciano tutti i cocktail premiscelati il cui volume alcolico supera il 10% e che sono racchiusi in confezioni uguali o superiori a 500ml.

I numeri dei cocktail premiscelati

Dopo il boom registrato negli anni dei lockdown, dove il consumo di alcolici tra le mura domestiche è sensibilmente aumentato, oggi i dati di ISWR – società che sviluppa analisi di mercato per il settore beverage – dicono che il mercato dei cocktail ready to drink crescerà di un ulteriore 12% antro il 2027. Il suo valore arriverà a un totale di 40 miliardi di dollari nei dieci paesi chiave. Ovvero Australia, Brasile, Canada, Cina, Germania, Giappone, Messico, Sudafrica, Inghilterra e Sati Uniti che oggi detengono l’83% dei consumi totali mondiali di cocktail premiscelati, per un totale di 33,9 miliardi di dollari nel 2022.

Il lancio di nuovi prodotti di questa categoria è passato dalle 3000 novità del 2021 alle circa 1000 del 2023. Un rallentamento legato all’aumento della qualità, grazie allo sviluppo di premiscelati a partire da distillati premium e super-premium. Secondo i numeri di ISWR, nel 2023 i consumatori che dichiarano di bere cocktail ready to drink almeno una volta a settimana sono il 43%, mentre il 63% dice di consumarne fino a tre nella stessa occasione.

I ready to drink da provare subito

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NIO cocktails e Acetaia Giusti

Tra i pionieri dei ready to drink, NIO cocktails è conosciuto da tutti grazie alle sue scatoline in cartone al cui interno, attraverso un’apertura rotonda, si scorge il colore del drink contenuto in una busta trasparente, pronto per essere versato all’interno di un bicchiere ghiacciato e immediatamente consumato. Le ricette studiate dal mixologist Patrick Pistolesi hanno conquistato i consumatori, mentre numerose collaborazioni hanno permesso di ampliare la visibilità del brand. Ultima in ordine temporale quella con Acetaia Giusti, che ha portato al lancio di due inediti cocktail ready to drink. Negroni 1605 e Milano-Modena rappresentano twist on classic realizzati con il Vermouth Giusti. Una speciale riserva ottenuta con vini italiani rossi e bianchi aromatizzati con 19 botaniche, addolciti con saba e lasciati maturare in botte.

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Poli

La storica distilleria Poli ha la sua linea di Ready to serve che comprende Poli Americano, ricetta del drink dedicato al soprannome del pugile Primo Carnera, realizzato con vermouth Gran Bassano Rosso e bitter Super Taurus. La combinazione di note bitter e una leggera dolcezza lo rende ideale per l’ora dell’aperitivo, da versare in un bicchiere colmo di ghiaccio e completare con soda e gli oli essenziali di una scorza di limone.

Premiscelati a base gin

Sabatini Gin, brand fondato a Cortona, ha di recente introdotto nella gamma di prodotti il suo Negroni Ready to Drink, in cui viene miscelato a bitter e vermouth come da ricetta classica, esaltando tutte le botaniche del distillato di ginepro toscano. Racchiuso in un’elegante bottiglia, è disponibile nel formato da 1 litro. Anche Elephant Gin ha puntato sul cocktail del conte, imbottigliando la sua versione di Negroni ready to drink. Alla base c’è l’Elephant Aged Gin, unito a bitter e vermouth, lasciati invecchiare in botti di rovere per far emergere sentori leggermente affumicati e intensificare il carattere della miscela.

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No. 3 Gin

No. 3 Gin punta infine sul Vesper Martini con una collaborazione d’eccezione. Il suo ready to drink è sviluppato in collaborazione con Alessandro Palazzi del Dukes bar di Mayfair, tempio londinese per gli amanti del cocktail preferito da James Bond. Lanciato per la prima volta nel 2020, ha ricevuto il Trophy Award – Pre Mixed all’International Spirits Challenge del 2023 grazie alla sua base di vermouth inglese, vodka polacca e No. 3 gin.