Cocktail low-alcol: il trend della moderazione è qui per restare?

Cocktail low-alcol: il trend della moderazione è qui per restare?

di Penelope Vaglini

Generazione Z e Millennials guidano i consumi di cocktail low-alcol e bevande alcol-free. Ma il trend della moderazione sembra aver conquistato anche altre fasce di età. Bere bene ma meglio è il mantra che accompagnerà l’industria beverage nei prossimi anni

Si è da poco concluso il Dry January, un movimento partito dall’Inghilterra e oggi seguito in tutto il mondo, che consiglia di passare un intero mese senza consumare una goccia di alcol, per purificare l’organismo dopo gli eccessi delle feste e ritrovare il proprio equilibrio. Sperimentati i benefici fisici e mentali di questo taglio temporaneo, sono molti quelli che decidono di proseguire sulla via del low-alcol, moderando le bevute e optando per cocktail leggeri e beverini al posto di miscele strutturate e ben più alcoliche. Ma non è l’unico motivo secondo il quale i volumi dei no e low-alcol cresceranno del +6% entro il 2027 nei 10 mercati mondiali più importanti.

Il trend del low-alcol è legato a stili di vita più sani


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La moderazione è conseguenza di un’attenzione sempre più diffusa a stili di vita salutari per cui, specialmente le generazioni più giovani, optano per bere meno, scegliendo prodotti di qualità. Secondo i dati diffusi da IWSR, società che si occupa di ricerche di mercato nel settore beverage, il 64% dei consumatori a livello internazionale dichiara di aver ridotto le occasioni di consumo di bevande alcoliche. Tra questi ci sono il 75% di appartenenti alla generazione Z (in età legale per consumare alcol), il 70% dei Millennial, il 60% della Generazione X e solo il 54% dei Boomer.

Per molti di loro, bere un cocktail alcolico è legato a occasioni speciali. Altri adottano l’approccio di mescolare le bevute nella stessa occasione, oppure decidono in base alla serata. Nel concreto, c’è chi consuma sia prodotti alcolici che cocktail analcolici durante la stessa occasione. Oppure chi alterna serate dove beve drink classici a uscite in cui non tocca alcol. Questo secondo esempio, solo nel 2023, è stato seguito dal 45% dei Millennial.

Secondo diversi studi, la tendenza della moderazione è legata anche ai costi di vita sempre più alti che, specialmente nelle grandi città, stanno portando i consumatori di tutte le età a risparmiare sulla spesa dell’alcol. In definitiva, le preoccupazioni economiche, unite alla ricerca di uno stile di vita più sano, stanno portando nella direzione del “meno ma meglio” o, in alcuni casi, semplicemente del “meno”. Questo si dimostra vero nei Paesi in cui il trend del low-alcol è più presente come Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Spagna, Sudafrica e USA i cui consumi, sommati, contano il 70% del mercato globale delle bevande no e low-alcol.

Che cosa sono i cocktail low-alcol

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Al di là di mode e tendenze, i cocktail a bassa gradazione alcolica esistono da sempre, ma non ci sono parametri per definirli con esattezza. Infatti, se per “bevanda a zero alcol”, in termini di legge, si intende qualsiasi drink il cui tenore alcolico non supera l’1% di volume, per il low-alcol non esistono normative precise.

Quando si valuta l’alcolicità di un cocktail entrano in gioco tanti fattori, compresa la diluizione che, di fatto, può rendere anche un drink “forte” a bassa gradazione alcolica. Per dare un parametro quanto più generale, si tende a far coincidere il low-alcol con gradazioni inferiori ai 12%vol. La cosa importante da ricordare è che, per creare questo tipo di cocktail, si può partire anche da distillati ad alta gradazione alcolica che vengono usati in percentuali minori e diluiti a dovere.

Gli highball, per esempio, sono una categoria che ha facilitato il dilagare del trend della moderazione grazie alla presenza dei sodati che rendono “lungo” il drink. Tra questi, i più richiesti sono il Paloma a base tequila e i Collins. Tra i cocktail classici da aperitivo a bassa gradazione alcolica figurano lo Spritz, e l’Americano, mentre chi ama sapori tropicali può optare per la Piña Colada o il Mojito.

Dunque, bere bene e con moderazione si può e, per sperimentare nuovi abbinamenti di gusto, è sufficiente chiedere al proprio bartender di fiducia di preparare un cocktail low-alcol. Le drink list ormai sono ricche di queste miscele, che possono accontentare davvero ogni palato.