Shirakawa 1958, il più raro whisky giapponese

Shirakawa 1958, il più raro whisky giapponese

di Paolo Briscese

Torna a noi da un tank dimenticato di una distilleria perduta il più antico single malt nipponico mai messo in bottiglia. In un incredibile viaggio nel tempo

Sotto il periodo Showa, l’era di armonia illuminata, quando il Giappone avviava il miracolo economico che l’ha portato a essere il Paese oggi così amato, nasceva lo Shirakawa 1958, il più antico single malt nipponico mai messo in bottiglia. Un tesoro perso nei decenni e ritrovato, che al palato danza in equilibrio tra maturità e vivacità, con sentori di erba tagliata e sapori sottili di marzapane, mela e lime che evolvono in un mix tropicale. Degustarlo è come assaggiare una fetta di storia del whisky. Dietro allo Shirakawa 1958, infatti, c’è una vicenda incredibile che racconta di una distilleria dimenticata, di un tank misterioso e di una ricerca da pionieri dell’oro. 

Shirakawa 1958
Shirakawa 1958

È stato Stephen Bremner, managing director di Tomatin, ad avere l’intuizione. Cosa c’entra una distilleria di whisky scozzese con una rarità del Sol Levante? Presto detto: nel 1986 Tomatin è stata acquisita da Takara Shuzo, uno dei principali produttori di alcolici del Giappone, che dal 1947 è stato anche proprietario della distilleria Shirakawa, fondata nel 1939 nell’omonima città della prefettura di Fukushima. Accanto a shochu, vino e brandy, dal 1951 al 1969 Shirakawa ha prodotto whisky di malto, destinato però esclusivamente ai blend, mai commercializzato come single malt. Nel 2003 la sua chiusura e demolizione. Da Bremner l’intrigante quesito di cui oggi conosciamo la risposta color caramello, dagli aromi cerosi e di rovere: esisteranno ancora scorte del single malt prodotto da Shirakawa? È l’interrogativo che ha posto a lungo a colleghi giapponesi, fino al 2018 e all’esito sperato, che narrava di un vecchio tank ancora pieno di whisky rimasto da qualche parte. 

Shirakawa 1958
Shirakawa 1958

È iniziata la ricerca del Sacro Graal, paziente ed emozionante, tra vecchi archivi e domande a ex dipendenti. Ed eccolo, finalmente, nei magazzini di Takara Shuzo a Kurokabegura, nella prefettura di Miyazaki, a oltre mille chilometri a sud della distilleria perduta: un contenitore in acciaio inox con il single malt di Shirakawa prodotto nel 1958. Per appena 1.500 bottiglie, uniche e preziose. All’esclusività del distillato, infatti, corrisponde la qualità: «Il vero miracolo non è tanto che abbiano trovato una scorta di Shirakawa, ma che sia così buona», ha commentato Serge Valentin, autorità nel mondo degli spirits.

Shirakawa 1958
Shirakawa 1958

Un libretto rispolverato dai faldoni ha restituito dettagli fondamentali e romantici: l’orzo utilizzato alla sua origine era giapponese, il lievito uno dei ceppi da vino di proprietà dell’azienda. La fermentazione è durata quattro giorni e la distillazione è avvenuta in due alambicchi di rame. Il taglio del distillato era ampio, per un’acquavite piuttosto pesante e complessa. Per le botti è stata scelta la quercia Mizunara di Tohoku e Hokkaido e la maturazione è avvenuta in loco, in piccoli magazzini. 65 anni dopo, il whisky giapponese più raro al mondo sul finale della degustazione dissolve le note fruttate in morbidezza di nocciola, speziatura lieve, accenno affumicato. Dentro alla capsula del tempo, in viaggio dal 2023 al 1958.