Yuki Tsunoda, il giapponese italiano. E che stile!

Yuki Tsunoda, il giapponese italiano. E che stile!

A tu per tu con Yuki Tsunoda, uno dei piloti più riconoscibili della Formula 1, non solo per il talento, ma anche per il suo stile fuori dal comune.

Yuki Tsunoda a bordo pista
di Andrea D’Addio

Ogni foto di Yuki Tsunoda sui social racconta un’attenzione allo stile che non passa inosservata. ‘Che stile, Yuki!’ è il commento più ricorrente. Oltre al talento in pista, il giovane pilota giapponese sembra avere un’affinità innata con ciò che indossa. I suoi look, essenziali ma ricercati, riflettono un equilibrio sottile tra abbigliamento casual e ricercatezza. Lo ribadiscono i racconti della sua vita italiana, dove vive ormai da tre anni, prima a Faenza, sede della Visa Cash App Red Bull Racing, ora a Milano.

Raggiungiamo Yuki Tsunoda in videocall poco prima del Gran Premio di Abu Dhabi (dove arriverà 12esimo). “C’è la spiaggia qui fuori, ci sono 28 gradi: un bel posto dove stare rispetto ai luoghi in cui ora è inverno”. L’occasione della nostra chiacchierata è l’ufficializzazione della partnership tra il team VCARB e HUGO Eyewear ( la partnership è stata ufficializzata ad aprile) che ha appena lanciato una nuova collezione sole e vista dedicata a giovani “anticonformisti”. Spiega Tsunoda: “Gli occhiali per un pilota di Formula Uno sono molto importanti. Il sole spesso è forte, soprattutto qui, in aree come il Medio Oriente. Che sia l’inno o le discussioni con il team, sono essenziali per proteggere gli occhi. E in più aggiungono stile!”

La moda sembra essere un interesse che coltivi attivamente. Come descriveresti il ​​tuo stile? 

Amo collaborare con gli stilisti, è sempre divertente. Il mio stile cambia a seconda dell’occasione. Per le feste, opto per un look elegante e raffinato ispirato all’Italia. Nei giorni casual, invece, preferisco stili larghi e streetwear. L’Italia mi ha insegnato a mescolare questi stili, come abbinare pantaloni larghi a una bella camicia. È una questione di equilibrio.

IMOLA, ITALY – JULY 31: Visa Cash App RB Filming Day all’ Autodromo Enzo e Dino Ferrari a giugno scorso (Photo by Guido De Bortoli/Getty Images)

In che modo credi che le tue origini influenzino il tuo approccio alla vita quotidiana nel mondo della Formula 1?

Ho trascorso molto tempo in Europa, ormai circa sei anni, quindi mi sono adattato. Ma ci sono ancora cose che mantengo, come togliere le scarpe quando entro in casa. Si tratta di rispetto e pulizia, ed è simbolico del modo in cui affronto le situazioni: con cura e attenzione.

E nelle gare?

Cerco sempre di essere il più educato possibile, anche quando le cose non vanno bene. Se incappo in una brutta gara, cerco comunque di trattare gli altri gentilmente. Ammetto però che non è sempre facile.

Senti una particolare responsabilità nell’essere uno dei pochi piloti nipponici in Formula Uno?

È raro che i piloti giapponesi raggiungano la Formula Uno. Mi sento orgoglioso di rappresentare il Giappone, soprattutto al Gran Premio del Giappone davanti al pubblico di casa. Spero di ispirare più persone a sostenere e far crescere questo sport in Giappone.

Yuki Tsunoda con i nuovi occhiali Hugo
Yuki Tsunoda con i nuovi occhiali Hugo

Ricordo di aver letto in un’intervista che hai menzionato l’idea di aprire un ristorante, quindi immagino tu sappia molto di cucina. Che tipo di locale sarebbe? 

È ancora uno dei miei sogni. Sarebbe un ristorante con nel cuore la cucina giapponese, ma è possibile che sia fusion. Mi piacerebbe combinare culture gastronomiche diverse, tipo giapponese-messicana o giapponese-italiana. Dopo tutti questi anni in Italia, non posso negare che la cucina italiana mi stia influenzando molto, un mix potrebbe essere entusiasmante.

Dove lo apriresti?

Forse a Milano. Gli italiani amano il sushi, ma non ci sono molti ottimi ristoranti di sushi. È un’idea interessante da esplorare.

Yuki Tsunoda con i nuovi occhiali da vista Hugo
Yuki Tsunoda con i nuovi occhiali da vista Hugo

Hai un piatto italiano preferito?

La pasta ai frutti di mare, sicuramente. Mi piacciono anche il ragù e l’arrabbiata. La pasta, in generale, è il mio comfort food.

Quando non sei in pista, come ti rilassi?

Di recente mi sono appassionato al wakeboard. C’è un bel parco vicino a Ravenna e un altro a Milano. E poi mangiare bene. A Milano mi piace cenare in ristoranti fantastici e bere vino. Stando da voi ho cominciato a combinare il vino con i pasti, un’abitudine che prima non avevo e che ora apprezzo molto.