NFT, la tendenza digitale del 2022 che ha già contaminato anche la moda
NFT (Non-Fungible Token) Futuristic Background

NFT, la tendenza digitale del 2022 che ha già contaminato anche la moda

di Digital Team

In tempi di Metaverso e di outfit virtuali, la tecnologia in grado di garantire univocità e proprietà di un oggetto digitale è destinata a diventare la più gettonata del 2022, anche nel mondo del fashion

Dai siti Web ai Social, dagli SMS a WhatsApp, dalle riunioni in ufficio alle video call su Zoom, la tecnologia ci ha abituato a piccole variazioni progressive che con il tempo si trasformano all’improvviso in veri e propri cambi di paradigma per l’intera società, al punto che dopo pochi mesi facciamo fatica a ricordarci cosa usavamo prima.

In merito a questi mutamenti, per il 2022 appena iniziato le parole tech da tenere d’occhio sono NTF e Metaverso.A scatenare l’interesse per il Metaverso da parte del grande pubblico sono stati il cambio di nome dell’azienda Facebook Inc in Meta e l’annuncio di Zuckerberg riguardo alle future trasformazioni del suo Network in favore della realtà virtuale, ma gli sviluppi non sono poi così immediati.

La tecnologia NFT invece è già stata protagonista negli ultimi mesi del 2021 e nei primi del nuovo anno con applicazioni pratiche, lo scrittore Alessandro Baricco per esempio l’ha utilizzata per il monologo tratto dal suo romanzo Novecento, ora in vendita sotto forma di file audio garantito dai token virtuali.

L’NFT (Non-Fungible Token) è un certificato che garantisce autenticitàproprietàprovenienza univoche di un determinato oggetto digitale, per farlo racchiude meccanismi complessi, ma il suo funzionamento è basato su Blockchain. Questo sistema  consente la verifica delle transizioni on-line decentralizzandole, suddividendole su più nodi (computer sulla Rete) e garantendole con un registro digitale che diventa quindi verificabile in ogni momento. Per esempio, con i Bitcoin e più in generale con le criptovalute, Blockchain basandosi su una serie di nodi di Internet (in cui ognuno possiede solo un parte dell’informazione e comunica con gli altri senza conoscerne l’identità) fa in modo che il trasferimento e la transizioni di questa valuta virtuale siano verificabili e soprattutto non manipolabili.


L’account Instagram di Beeple, l’artista di opere virtuali più gettonato al mondo

Riguardo agli NFT, è interessante interrogarsi da subito sulle sui possibili applicazioni perché queste al momento sembrano quasi infinite e sopratutto, relative a ogni ambito della nostra vita. Ora che tanti oggetti di uso comune, dalla lavatrice all’auto, passando per la TV sono connessi al Web, ma anche ora che molti aspetti dell’esistenza sono diventati digitali come il gioco, la creatività e persino le relazioni professionali è facile comprendere come un qualsiasi artefatto o attività on-line, quindi impalpabile, possa essere certificata tramite NFT generando persino speculazioni e bolle riguardo al suo fluttuante valore, in pieno stile “New Economy”.

Uno dei primi ambiti in cui l’NFT ha trovato applicazione è stato il mondo dell’arte. Come garantire infatti un’opera d’arte digitale destinata ad essere rappresentare su un monitor in salotto e riprodotta in soli 10 pezzi se non con un codice univoco e il relativo certificato di proprietà?

A questo proposito tra artisti e addetti ai lavori si è aperto un vero e proprio dibattito: opportunità o solamente un fenomeno destinato a finire? Di sicuro il settore è in grande fermento, in particolare da quando nel marzo scorso un’opera in formato JPEG di Beeple garantita da NTF è stata venduta da Christie’s all’asta per il prezzo record di 70 milioni di dollari.


Belle e impossibili, almeno nel mondo reale, sono le sneakers Virtual 22 di Gucci garantite da NFT

Anche il mondo della moda che per definizione anticipa e precorre tempi e tendenze è già stato “contaminato” dagli NTF. Le Gucci Virtual 22 realizzate in collaborazione con l’azienda tech Wanno sono sneaker da indossare solo nel mondo virtuale dei social e nei videogiochi dove l’NFT ne certifica l’originalità e non solo l’unico caso. 620 paia di sneakers virtuali di RTFKT Studios (piattaforma acquisita da Nike) ideate da Fewocious sono state vendute in pochi minuti per tre milioni di dollari.

Non mancano esempi di capi da indossare per sfilate virtuali in un videogioco come nel caso di Louis Vuitton con League of Legends o l’abito d’oro esistente solo in digitale di Dolce & Gabbana battuto all’asta a più di un milione di dollari. Man mano che il concetto di Metaverso (mondo virtuale in cui incontrare persone e manipolare artefatti) prende piede, è facile capire come abiti, accessori, sneakers e oggetti di design necessitino sempre più di un metodo che ne garantisca la provenienza, persiono nei casi in cui esiste un’equivalente analogico. Saremo disposti quindi a spendere cifre da capogiro per dei capi che testimoniano la nostra eleganza solo on-line, ma che in realtà non esistono? È una svolta in cui le giovani generazioni (a cui importa più del look del loro avatar che del proprio) sono già coinvolte, per gli altri il cambio di paradigma richiede uno sforzo verso una nuova cultura digitale. C’è anche un altro aspetto da sottovalutare: comprare un capo di moda fatto di pixel, per quanto costoso, non lo rende ancora più unico ed esclusivo? Parola di ICON.