In conversazione con Benny Benassi

In conversazione con Benny Benassi

Deejay e produttore discografico, ha iniziato ad appassionarsi di musica quando, in discoteca, passava ore guardando quello che succedeva alla consolle. In studio ha delle Barefoot con il doppio woofer.

di Saturnino

Dove e come nasce la tua passione per la musica?

La mia è una passione per la musica da discoteca. Nasce tutto da lì, dal club. Abitavo ad Albinea, un paesino in provincia di Reggio Emilia, dove c’era questa piccola discoteca dove tutti andavamo la domenica pomeriggio. Io in realtà più che in pista a ballare passavo il tempo in consolle guardando incuriosito quello che combinava il deejay. Mi affascinava quel mondo, il fatto di poter mixare due brani. La mia passione nasce da lì, dalla musica elettronica di quel periodo.

Quanto e perché per te è importante ascoltarla bene?

Per me è importantissimo ascoltarla bene e soprattutto con impianti molto potenti. Mi affascina lo spostamento fisico del woofer: colleghi i cavi al magnete e il magnete crea questo campo per cui alla fine il woofer si sposta e sposta l’aria e ti fa spostare lo stomaco. La cosa che mi ha sempre impressionato erano i bassi quindi per me è fondamentale ascoltare la musica con un impianto potente.

Ci descrivi il tuo impianto per ascoltarla?

Alla fine ho trasformato la passione per la musica nel mio lavoro quindi negli anni sono riuscito a comprarmi diversi impianti. In studio ho una consolle con dei vinili, con i quali faccio dei piccoli set perché ancora adesso mi piace mixare i vinili. Per lo studio ho preso delle Barefoot, questa azienda boutique che tu conosci perché le aveva anche Lorenzo Jovanotti, le avete usate anche voi in studio. Barefoot è nata come hi-fi boutique di Los Angeles e adesso è diventata una grande azienda. Ho queste Barefoot con il doppio woofer. In studio ascolto con queste oppure con altri audio monitor da studio mentre a casa, dove ho una selezione di vinili un po’ rock, degli anni 70, mi piace ascoltare la musica con un vecchio amplificatore, niente di particolare, della Pioneer con delle casse AR pigreco che ho comprato tanti anni fa e ho tenuto perché hanno un suono un po’ vintage.

@Brian Eistak

In breve, la tua routine d’ascolto preferita: quale disco, in quale momento, in quale situazione.

Dipende molto da quanto tempo ho a disposizione. Se alla sera mi faccio un vermouth di Torino, che mi piace tantissimo, magari con ghiaccio e una fetta d’arancia, mi metto lì e scansiono i miei vinili pian pianino, magari una volta metto un Neil Young, un’altra un disco dei Beatles, dipende, qualche classico diciamo. Alla mattina invece ho meno tempo, mi sveglio presto, accendo Spotify e vado con le playlist, oppure ascolto un brano e poi scelgo l’opzione radio e Spotify mi dà la sua scelta.

Un’altra tua grande passione oltre la musica.

La bicicletta. Oltre allo studio, alla musica e alla famiglia naturalmente, la bici è l’altra cosa che mi impegna molto. Tre volte a settimana, tempo permettendo, faccio il mio giro di due ore in bici per le nostre colline. Ultimamente sono appassionato di biciclette gravel, quelle che quando eravamo bambini chiamavano bici da ciclocross e ci facevano anche le gare, in pratica una via di mezzo tra bici da corsa e mountain bike.