Samuele Ceccarelli
Passato dal karate all’atletica, lo sprinter toscano che studia da avvocato è il re dei 100 metri agli Europei a squadre in Polonia. Lo abbiamo incontrato prima della competizione
Estroverso, determinato e pragmatico prima, durante e dopo ogni gara, sia in pista che nella vita: Samuele Ceccarelli, giovane velocista e studente di giurisprudenza, nato e cresciuto in Toscana, all’ombra delle Alpi Apuane, dopo la cintura nera di karate è diventato prima campione italiano, e poi europeo, dei 60 metri piani indoor. Lo abbiamo incontrato per parlare della sua passione sportiva, del presente e del futuro. Samuele è passato dal karate alla corsa veloce, dove chi non attacca non vince, ma tra il passaggio di cintura e quello del testimone preferisce il secondo: «Ogni tanto è bello sacrificare l’individualismo dell’atletica per condividere con i compagni di squadra emozioni uniche come quelle che la staffetta sa regalare». Non ha dubbi: «Quando corro mi sento un ghepardo, traggo spunto da famosi velocisti, ma trovo l’ispirazione in me stesso e in quello che faccio».
Come molti atleti, anche lui ha i suoi oggetti portafortuna e riti propiziatori: «Il giorno della gara indosso sempre un paio di slip rossi che, a giudicare dai risultati, mi stanno portando fortuna». Le due vittorie indoor in cui ha preceduto il campione olimpico e compagno di nazionale, Marcell Jacobs, ne sono la dimostrazione. «Successi che ho sognato: ce l’ho messa tutta per mettermi in gioco e alla fine sono stato premiato». La stessa determinazione messa negli studi, dove, traendo spunto dal principio “La legge è uguale per tutti”, afferma: «Chi è più veloce a interpretarla non è detto che arrivi per primo, io studio legge per comprenderla e, una volta raggiunto il traguardo della laurea, per applicarla concretamente».
Per le prossime sfide outdoor e indoor, dai campionati italiani agli europei e mondiali, si dice emozionato ma anche determinato e deciso a vincere: «Sono voglioso di mettermi in gioco a fianco a grandi campioni, dai blocchi di partenza fino all’ultimo metro». Vive con i piedi ben saldi per terra, pronto a scattare in corsia, ma lo sguardo va anche al futuro, dove c’è chi lo vede nell’albo d’oro dei record, chi in un’aula di tribunale e chi ministro dello sport: «Ognuna di queste ipotesi non esclude le altre, vedremo che cosa mi riserva quel futuro a cui nel frattempo corro incontro».
Luigi Benedetti, suo concittadino nonché ex campione italiano dei 100 metri e per due volte finalista olimpico nella staffetta 4×100 con Pietro Mennea (con cui ha condiviso il primato mondiale della staffetta 4×200), sostiene che possieda le caratteristiche per diventare un grande duecentista: «Non posso che esserne entusiasta», risponde Ceccarelli. «Un occhio critico come il suo riesce a cogliere elementi che ai più sfuggono. Mi fa piacere credere alla sua intuizione, ma sarà la pista ovale a dire se ha avuto ragione».
Roberto Ricci Designs,
leggins Dior
La musica è cambiata e gli sprinter statunitensi e sudamericani, dopo la vittoria olimpica azzurra nei 100 metri e nella staffetta 4×100, hanno indicato gli italiani come nemico numero uno ma Ceccarelli li guarda «con gli stessi occhi con cui si guardano tutti gli avversari: noi italiani non temiamo nessuno, lo abbiamo sempre dimostrato e siamo pronti a farlo ancora». Gli anni di studio in una scuola lasalliana, dove ha fatto ritorno da campione, hanno posto le basi e definito il suo sviluppo atletico, dalla passione per lo sport alla voglia di gareggiare.
Samuele Ceccarelli, il giovane campione che tra correre dietro a un sogno, correre fianco a fianco con un primatista del mondo, o correre guardando sempre avanti, non ha dubbi: «Preferisco correre guardando sempre avanti, affrontando le sfide che la vita mi presenta». Tra queste, è l’augurio, quella dei cinque anelli olimpici.
Nella foto di apertura giacca e tank top Gucci.
Photos by Alessandro Burzigotti, styling by Ilario Vilnius, Grooming: Damiano Meccheri, Stylist assistant: Daniel Kthella.