Per motivi di sicurezza, il vecchio sistema sta tornando in auge. A preferirlo per primi alcuni governi

Una macchina da scrivere Monarch by Remington degli Anni 30 (Getty Images)
Typewriter repairman Bernd Moser fixes a manual typewriter from the 1930s on July 22, 2014 in Berlin, Germany. Patrick Sensburg, the head of the German inquiry into the United States National Security Agency (NSA) spying scandal in which the U.S. agency is accused of having eavesdropped on German Chancellor Angela Merkel’s mobile phone, told reporters that the investigation committee is considering using old-fashioned, non-electronic typewriters when producing sensitive documents in order to avoid leaks in the ongoing affair. The Russian government reportedly used such machines to protect information when news of the spying originally broke, and a spokesman for typewriter manufacturer Olympia said that the company expects to sell more typewriters this year than at any time in the past two decades, expecting its sales to double in 2014 over those of the previous year. The German defense contractor Diehl claims to already use the mechanical machines for sensitive matters. *** Local Caption *** Bernd Moser

Semplice, tangibile, romantica. E molto più sicura di un computer.
Il rinascimento della macchina da scrivere, sbocciato nel 2011 tra i teenager d’America, sta diventando una realtà anche in Europa. A partire dalle nazioni del Nord, dove la tendenza vintage ha contagiato, per primi, non i ragazzi ma gli adulti. E in particolare i governi.
In una recente trasmissione tv alcuni politici tedeschi hanno infatti annunciato l’intenzione di abbandonare le e-mail per le comunicazioni private tra parlamentari, in favore di note scritte a mano o battute a macchina. L’inversione di marcia risponderebbe a un’esigenza concreta, sull’esempio dei servizi segreti russi passati all’analogico già un anno fa: sfuggire al controllo della NSA, l’agenzia di sicurezza statunitense, coinvolta nello scandalo scoppiato dopo le rivelazioni di Edward Snowden.
Ma il ritorno alla macchina da scrivere non è solo un affare da spie.
Eleganti, resistenti e di semplice utilizzo, le vecchie Underwood, Smith Corona e Remington in America hanno registrato tra il 2013 e il 2014 un picco di vendite mentre in Germania, secondo i dati resi noti dalla Olympia Typewriter, nel 2013 si sarebbero venduti più modelli che negli ultimi 20 anni. E così ecco diffondersi in America (ma da poco anche in Svizzera), nelle librerie di città come Seattle, Phoenix e New York, le serate-evento ribattezzate Type-ins, durante le quali gli appassionati si sfidano in gare di battitura veloce vissute come vere e proprie jam session. ‘Quando scrivi a macchina sei obbligato a pensare”, spiega sul New York Times un appassionato. ‘Non hai Twitter, non hai Facebook. E per battere veloce ti devi concentrare’.
Uniti dallo slogan “Scollegati e riconnettiti”, i membri della ‘typosfera’ hanno un’età media compresa tra i 20 e i trent’anni, e delle macchine da scrivere apprezzano, soprattutto, la tangibilità. ‘Sono come dei carri armati, indistruttibili e riparabili’, spiega un giovane collezionista. ‘E per funzionare non hanno bisogno né di elettricità né del wi-fi‘. E se la tendenza nasce in parte come reazione all’esponenziale digitalizzazione della cultura occidentale (‘I computer sono fantastici per connettere la gente e trovare informazioni. Le macchine da scrivere fanno benissimo una sola cosa: scrivere’), gli appassionati non si ritengono impegnati in un’anacronistica lotta contro le nuove tecnologie. Anzi. Il ‘typecasting’, che consiste nel battere a macchina un messaggio, scannerizzarlo e postarlo sui social, è una delle attività preferite dai fan, uniti sul web da una fitta rete di blog. Il più cliccato? Si chiama Strikethru. E a compilarlo è un giovane impiegato di Microsoft.