A giorni, una nuova raccolta delle migliori canzoni del gruppo (con tre inediti) e il film che ne racconta la storia

Erano i magnifici anni 80 e c’era poco da fare: o si amavano i Duran Duran, un po’ più trasgressivi, o si stava con gli Spandau Ballet, più stilosi e glam, e il loro New Romantic. Fondato nel 1976, il gruppo britannico arriva al successo nel 1980 con il singolo To Cut a Long Story Short, a cui segue, l’anno dopo, il primo album in studio, Journeys to Glory. Il resto è storia: 25 milioni di dischi venduti nel mondo, 23 singoli in hit parade, occupando complessivamente le classifiche britanniche per oltre 500 settimane in totale.

Dopo la reunion nel 2009 (si erano sciolti nel 1989) fedeli da sempre alla stessa formazione (i fratelli Gary, autore di quasi tutti i testi della band e chitarrista, e Martin Kemp, bassista, Steve Norman, sassofonista e percussionista, Tony Hadley, cantante, John Keeble, batterista, e Toby Chapman, tastierista e sesto membro ufficioso della band), il 14 ottobre gli Spandau Ballet tornano con il doppio album The very best of Spandau Ballet: The Story, raccolta dei migliori successi del gruppo con tre inediti.

Ma non basta: il 21 e 22 ottobre, solo per due giorni al cinema uscirà Spandau Ballet – Il Film – Soul Boys of the Western World (elenco delle sale su nexodigital.it). L’opera, firmata dal regista George Hencken, racconta la storia della band, un gruppo di ragazzi della classe operaia di Londra che è stato capace di creare un impero musicale globale. La pellicola, tra l’altro, parteciperà come evento di gala al festival Internazionale del Film di Roma (16/25 ottobre).