Black Star Legend

Black Star Legend

di Cristina Marinoni

«Rigore, lealtà, sacrificio, passione: sono alcuni dei valori che portiamo in campo», dice il regista dei Kiwi Beauden Barrett. E coraggio, perché le leggende del rugby sono “nate per osare”. Come Tudor, il brand di alta orologeria che li affianca dal 2019

Dici “rugby” e pensi subito alla Nuova Zelanda. O meglio, ai suoi All Blacks, la nazionale più forte della storia (80 per cento di vittorie negli ultimi 20 anni, tanto per citare un record). Non potrebbe essere altrimenti, considerato che per i Kiwi la palla ovale è una religione, non un semplice sport: «Esatto. I bambini in ogni angolo del Paese trascorrono interi pomeriggi a placcare e andare in meta. Con il sogno di entrare nel team migliore del pianeta», racconta Beauden Barrett, uno di quelli che il sogno l’ha realizzato.


Barrett è il fuoriclasse dei Tutti Neri, scelto nel 2017 come ambassador dal prestigioso marchio d’orologeria Tudor: per lui, poi, con papà ex giocatore professionista e i fratelli Jordie e Scott (più Keane, che si è ritirato) compagni di squadra, il rugby è una questione di dna. «Ho preso in mano il pallone quando avevo appena iniziato a camminare: troppo piccolo per ricordarmelo. Invece, non dimenticherò mai l’emozione del debutto in un vero torneo, a 6 anni. Ringrazio tuttora mio padre per avermi avvicinato a questa disciplina meravigliosa. Per due motivi in particolare. Il primo è che le partite sono puro divertimento e regalano uno spettacolo raro, soprattutto a noi che attraversiamo il terreno in lungo e in largo per 80 minuti. Il secondo? Il mio sport è unico, per le lezioni di vita e i valori che insegna. A cominciare dal rispetto verso il prossimo, dall’arbitro ai rivali. Comunque vada. Durante le sfide ci atteniamo sempre alle regole – lottiamo senza esclusioni di colpi, ma si tratta di confronto fisico, non di violenza – e, al triplice fischio dell’ufficiale di gara, stringiamo la mano agli avversari e li ringraziamo».


Il fair play non si limita al rettangolo verde: dopo la doccia, gli atleti si ritrovano per offrirsi da bere, fare uno spuntino e scambiare due chiacchiere. È il momento speciale che raduna i team: si chiama terzo tempo ed esiste solamente nella disciplina inventata in Inghilterra quasi due secoli fa (nel 1823) e della quale Oscar Wilde ebbe a dire “Il rugby è uno sport da barbari giocato da gentiluomini. Il calcio è uno sport da gentiluomini giocato da barbari”.

Se sul calcio la stella neozelandese non si pronuncia (anche questo è stile!), concorda sul resto: «Ci guidano coraggio, rigore, determinazione, lealtà, sana passione. E spirito di sacrificio, perché il successo arriva dal lavoro di gruppo, non dal talento del singolo». Nessuno meglio del mediano d’apertura, cioè il regista della squadra che porta il mitico numero 10, si mette al servizio degli altri 14. Beauden ricopre proprio questo ruolo e smistare i palloni lo riempie d’orgoglio: «Sta a me impostare l’azione e decidere in un lampo quale tattica adottare. Tra una mischia e una touche, ogni attimo è prezioso; guai, a non tenere il tempo sotto controllo». 


Non a caso Tudor ha creato apposta per gli All Blacks il modello Black Bay Chrono Dark in edizione limitata. «È il mio preferito e “Born to dare”, lo slogan della maison svizzera, mi calza a pennello». Cosa significa “Nato per osare” per un fenomeno di 30 anni, che ha conquistato un Mondiale nel 2015 (oltre a due titoli di migliore rugbista del globo nel 2016 e nel 2017) e festeggiato a fine ottobre le 100 presenze con gli All Blacks? «Vivere il momento, dentro il campo e fuori. Ispirato sia dall’Haka, la danza-rito maori che ci tramandiamo da generazioni e interpretiamo per preparare l’animo ai test match, sia dalla felce argentata: antico simbolo neozelandese di rinascita, potenza, resistenza tenace ed eleganza, risplende sulle nostre casacche scure e ci illumina il cammino».

Nelle foto, il campione del mondo Beauden Barrett e i compagni della nazionale neozelandese di rugby indossano al polso il Black Bay Chrono Dark, l’orologio in edizione limitata che Tudor ha dedicato alla squadra.