Gianni Versace, 25 anni fa l’omicidio del re Medusa

Gianni Versace, 25 anni fa l’omicidio del re Medusa

di Digital Team

Innovatore audace in un mix di Pop art e cultura ellenica, tra capitelli e stampe barocche. Con la sua morte abbiamo perso un genio creativo. «Lo stilista che ha liberato la moda dal conformismo»

La Maison Versace è appena tornata al calendario uomo della Milano Fashion Week, dopo tre anni di assenza, e l’ha fatto nel modo migliore, con una collezione in cui la Pop art abbraccia il classicismo, raccontando la nuova generazione Z nel ricordo di Gianni Versace: in passerella giovani modelli figli di modelli e modelle dell’epoca del grande stilista, che veniva ucciso tragicamente 25 anni fa, il 15 luglio 1997. Due colpi di pistola sull’ingresso di Casa Casuarina, la sua sontuosa villa di Miami Beach.

Partendo dalla sartoria materna di via Gullì a Reggio Calabria, Gianni Versace aveva portato in tutto il mondo il suo gusto raffinato e spregiudicato, che sapeva coniugare l’estro di solarità e colori con gli elementi della cultura ellenica, dalla Medusa alla greca alle stampe barocche.

Gianni Versace
Photo by Vittoriano Rastelli/CORBIS/Corbis via Getty Images
Gianni Versace posa con un gruppo di modelle con addosso la sua collezione Primavera/Estate, marzo 1991

L’omicidio: la perdita di un genio creativo

Donatella Versace, che ha raccolto l’eredità dell’amato fratello Gianni, ogni volta che si avvicina l’anniversario della sua morte rivive lo shock e il dolore che la colsero allora. Per un po’ di tempo, dopo il misterioso omicidio, ebbe anche paura, tanto da indossare una maschera.

Era la mattina del 15 luglio 1997 quando Gianni Versace fu raggiunto da due colpi di pistola davanti alla propria villa di Miami Beach, mentre rincasava dopo essere uscito per comprare il giornale.
Il suo compagno da 15 anni Antonio D’Amico, che stava bevendo il caffè in veranda, al rumore degli spari si raggelò. Uscì di corsa e lo trovò agonizzante sugli scalini di casa.
Il ventisettenne tossicodipendente Andrew Cunanan, serial killer che prima di Versace aveva già ucciso altri quattro uomini, venne poi ritrovato morto otto giorni dopo, apparentemente suicidatosi con un colpo di pistola.

Gianni Versace
Photo by David Lees/Getty Images
Gianni Versace nella sua casa

«Io ho perso mio fratello, le persone hanno perso un genio creativo»

Gianni Versace aveva solo 50 anni. Il 22 luglio fu ricordato nel Duomo di Milano. C’erano le icone che hanno segnato il Novecento: l’amico Elton John con cui lo stilista si impegnò nella ricerca contro l’Aids, Sting e Lady Diana che morì poche settimane dopo, gli stilisti Karl Lagerfeld, Gianfranco Ferré e Giorgio Armani, le top model che il designer della Medusa aveva lanciato, da Naomi Campbell a Carla Bruni a Eva Herzigova

«La perdita di Gianni è stata privata ma anche pubblica», ha detto recentemente Donatella Versace. «Io ho perso mio fratello, le persone hanno perso un genio creativo. Non c’è giorno che non pensi a lui».

Gianni Versace
Photo by Leonardo Cendamo/Getty Images
Gianni Versace, Roma, 27 maggio 1985

Gianni Versace, una sferzata di fantasia innovatrice

Gianni Versace era irrimediabilmente attratto dalla cultura classica, dai poemi omerici e dal mondo della Magna Grecia. Le sue origini calabresi, le terme romane e i monumenti greci a cielo aperto della sua terra, hanno alimentato il suo impatto rivoluzionario sulla moda degli anni ’70, quando si trasferì a Milano dopo aver lavorato nell’atelier della mamma sarta.

Versace fu una sferzata di libertà creativa sulle tendenze di allora, con le sue stampe colorate di ispirazione mediterranea e il suo stile dionisiaco, tra barocco, punk e pop, audace nell’invenzione e nell’uso dei materiali, nel mix di cromie e forme, tra drappeggi e fantasie accese, tra capitelli e teste di Medusa, che diventerà il logo del marchio Versace.

«Quando le persone guarderanno a Versace dovranno sentirsi atterrite, pietrificate, proprio come quando si guarda negli occhi la Medusa», le parole dello stilista nel fondare la Maison.

Gianni Versace
Photo by Andrew Stawicki/Toronto Star via Getty Images
Gianni Versace in Canada presenta la sua sua collezione Primavera/Estate, 16 ottobre 1991

Aveva colto il segno. Il suo glamour sensuale e mitologico segnò gli anni ’80 e ’90.
Versace fu anche il primo a forgiare l’idea odierna di top model: strappò le modelle più belle alle passerelle di Parigi e ne fece autentiche star, volti di campagne memorabili firmate dai più grandi fotografi, Richard Avedon su tutti, esportando il made in Italy in tutto il mondo.
Nel 1991 Linda Evangelista, Cindy Crawford, Naomi Campbell e Christy Turlington solcavano a braccetto la passerella milanese di Versace Autunno/Inverno cantando Freedom di George Michael come quattro amiche spensierate: indimenticabile.
Versace fu innovatore anche nel coinvolgere per la prima volta le celebrity, trasformandole in testimonial del suo brand, da Madonna a Sting. Fece della moda quella che è oggi: non solo vestiti ma anche sogno. «Non sono mai caduto», ha detto. «Ho sempre volato».

«Con la morte di Versace l’Italia e il mondo perdono lo stilista che ha liberato la moda dal conformismo»

Non sorprende che ancora oggi sui red carpet spopolino gli abiti disegnati da Gianni Versace, in un evocativo Versace vintage. Come al Festival di Cannes, dove la supermodella Bella Hadid ha indossato un long dress che lo stilista realizzò nel 1987 per una produzione della Scala di Milano. O al Met Gala, con la top model Emily Ratajkowski in abito colorato di perline e drappi della collezione Primavera/Estate 1992 di Atelier Versace.

Franco Zeffirelli, regista della bellezza, salutando il suo amico Gianni Versace disse: «Con la morte di Versace l’Italia e il mondo perdono lo stilista che ha liberato la moda dal conformismo, regalandole la fantasia e la creatività».