Icon fashion story: Curtis Kulig by Cedric Buchet

Icon fashion story: Curtis Kulig by Cedric Buchet

di Paolo Lavezzari

Due amici di vecchia data, due che tenerli fermi proprio non si riesce. E infatti eccoli, in giro per una Milano dai tagli inusuali e dagli scorci assolati. Cedric Buchet – in una specie di tour fra l’architettonico, il diario personale e lo shopping in negozi classici – ritrae Curtis Kulig, artista a 360 gradi, autore del celebre mantra Love Me, signature mark che da 20 anni è un messaggio di amore e gioia

Con il fashion Curtis Kulig – il protagonista di questo servizio – ha un rapporto più che consolidato, come testimoniano le sue numerose collaborazioni con marchi come Nike, Vans, Levi’s, Carhartt – senza dimenticare quella nel 2015 con Issey Miyake per le signature bags Bao Bao (né quelle con Google e Starbucks). «Sono un artista», dice di sé. E specifica:«Non sono necessari altri aggettivi. La mia pratica in studio si esplica attraverso diversi mezzi, tra cui la pittura, il disegno e la scultura. Il mio lavoro esplora la vulnerabilità emotiva e l’amore come bisogno umano più elementare».


Total look Onitsuka Tiger

La gioia è dunque l’elemento fondante (non a caso, una sua mostra del 2018 si intitolava Happiness). L’ottimismo porta felicità e la carriera di questo inestinguibile vulcano di idee, che dal North Dakota ha trovato a New York un solido successo, lo dimostra: sono ormai 20 anni che il suo signature mark “Love Me”, un mantra sorridente quanto disarmante nella sua immediatezza, è un’icona che non solo si trova nelle sue opere pittoriche (l’anno scorso l’ha inscritta in una serie di smile in una personale), ma che Cartier ha voluto per una linea di gioielli dedicata. Un successo, evidentemente, dato che ora per Tiffany & Co. Kulig ha creato altri messaggi a tema amoroso come: “Dare Me”, “Know Me” e “Kiss Me”. Del resto, si sa, amor omnia vincit.


Camicia e mocassini Fendi

Giunto a Milano, invitato dall’amico fotografo Cedric Buchet («È lui il motivo per cui Milano ha senso per me», conferma), Curtis è il protagonista di questo servizio in cui le architetture di ieri e di oggi del capoluogo lombardo sono sfondo per tagli inusuali e scorci assolati. «Milano», racconta rievocando la sua visita, «nel 2022 è una città intima».


Giacca Ten C, mocassini Fendi

La sua è una visione per flash, visioni, bozzetti di un cahier di viaggio mentale, sensazioni colte al volo: «Tutto è locale, l’architettura è disorientata in modo esemplare, gli anziani curati, i giovani come petardi e i mercati contadini in tutta la città. L’attenzione ai dettagli di Milano mi ricorda per molti versi Tokyo. È piacevole da vedere al giorno d’oggi». E conclude: «Per quanto mi piaccia vivere a Parigi, Milano mi ispira altrettanto». See you soon, Curtis.

Nella foto di apertura pantaloni Hermès, occhiali da sole Jacques Marie Mage

Photos by Cedric Buchet