Lo zaino, inventario dell’anima

Lo zaino, inventario dell’anima

di Alessandro Turci

Lo zaino del gentiluomo è l’accessorio fedele che lo rappresenta ed è sempre pronto ad accompagnarlo nella vita. Deve quindi contenere l’essenziale, sia che egli parta con un volo in Business Class o per un viaggio nello scompartimento di un treno transiberiano. Lo zaino è un Tempio, pratico e psicologico, perché replica l’universo del gentiluomo, e come lui è prezioso, unico, agile e audace.

Boris Pasternak è stato chiaro: “l’uomo è nato per vivere, non per prepararsi a vivere”. Praticità è quindi affidarsi a una boutique che ha fatto per voi il lavoro d’inventario; la cosa difficile sarà quindi rinunciare a qualcosa, avendo già pensato Montblanc a tutto. Anche in termini di gusto, ovviamente.

Sul mercato ci sono zaini eleganti e laccati come pianoforti, e zaini avventurosi e materici. Poi c’è il Nigthflight che è riuscito nella sintesi impossibile. Stile argenteo e tasche capaci ma snelle, avrete ogni cosa al suo posto mentre voi vi cercate un posto nel mondo.

Il Nightflight accoglie il pc (curioso come nel mondo social di “personal” sia ormai rimasto poco, ma questa è un’altra storia…) e la sequenza di oggetti che facilitano la vita, organizzandovela dove serve e lasciandovela libera d’esprimersi dove piace.

Dettagli enormi: il portachiavi Mesiterstück, ad esempio. Assolve un compito semplice ma, a ben guardare (anzi sentire) fondamentale: il gentleman non tintinna mai, né quando cammina, né quando si siede.

Voi coltivate le arti liberali, o almeno aspirate a farlo. Il Bindewerk è il piccolo e immenso blocco da disegno per intenditori che equilibra lo strapotere dello smartphone: se il secondo vi collega al mondo, il primo vi collega a voi.

Gli strumenti da disegno e quelli da scrittura sono custoditi dall’astuccio a tre scomparti Urban, dove il roller Montblanc (non viaggiate con la stilografica…) vi ricorda, assecondato dal giallo della copertina, che il diario di viaggio, o di missione se preferite, è uno specchio dove, anche scrivendo d’altro, appare sempre la vostra immagine.

Lo zaino deve assolutamente contenere qualcosa che si prenda cura di voi. E per questo compito, mai banale, la riposta può essere solo una: cashmere. E’ siccome la migliore carta dell’avventuriero chic è quella di giocare sul sicuro: la scelta dice Malo. La sciarpa serve per i rigidi climi della cabina d’aereo o per quel tocco di eleganza timeless che vi distinguerà anche nel casual del viaggio. Ma c’è di più. Da quanto tempo non fate il bucato di un singolo capo? E’ un rito, una terapia anzi. Prendetevi questo tempo, e una bacinella. Poco detergente, acqua fredda, e curate il vostro cashmere. Asciugherà lentamente e voi sarete grati per questa lentezza. Il tempo sospeso, il tessuto che illimpidisce e torna al suo colore soave, il profumo del rituale, la gioia di indossare nuovamente la vostra sciarpa Malo e il senso di protezione che ne deriva. Di reciprocità.

In tempi complessi lo zaino deve contenere soluzioni pratiche e mai scontate. Un gel igienizzante qualsiasi non fa per voi. Nardini ha pensato a una bottiglietta in vetro col prodotto profumato alla grappa. Un gesto antico. Siate generosi nell’offrire il vostro N-Gel e anche nel saldare il conto per primi, ma ricordando la regola aurea: un uomo ha spesso il coraggio per il secondo bicchiere, ma sempre lo stile per declinare il terzo.

Tuttavia se la serata ha avuto qualcosa di travolgente, al mattino lo zaino Nigthflight tornerà utilissimo anche a chi, entrando nel locale per fare le pulizie, notando lui troverà immancabilmente voi. Vi alzerete da sotto il tavolo ricordandovi le tre regole base della exit strategy: sorriso Harvard, caffè bollente, doccia gelata.

Dopo la doccia entra in scena lo scrigno del gentleman, cioè la trousse Montblanc: scegliete il look che vi piace, ma sempre profumati e lindi. Nella trousse gli strumenti per radervi o per curarvi la barba finto-selvaggia che, a ben guardare, richiede più cura di una perfetta rasatura, non dovrebbero mai mancare. Le creme, il profumo, insomma i piccoli strumenti che riservano grandi servigi.

L’agilità di custodire un biglietto da visita, o la carta di credito, è compito aristocratico di Smythson, e della sua inconfondibile gamma di colori corallini che sono, il dato è ormai certo, il miglior antidoto alla noia per il dibattito sulla Brexit.

La carta intestata con le vostre iniziali in blu la ordinate invece – per l’ineguagliabile maestria della bottega – all’Antica Cartotecnica di Piazza dei Caprettari a Roma. Un’eleganza romana, d’annunzianesimo five ‘o clock e dolce vita consapevole gli ingredienti inimitabili, che vi aiuterà a mitigare le suscettibilità dell’Ego nell’alveo delle indispensabili manners. Cioè quel rispetto euclideo delle forme che, descrivendovi, contemporaneamente v’inscrive nel perimetro della (mai troppa) buona educazione.

Lo zaino è pronto. Voi?