Slim-fit, rigoroso, con dettagli preziosi: a cinquant’anni dalla marcia per i diritti civili in Alabama, lo stile di M.L. King fa (di nuovo) scuola

Martin Luther King continua a far discutere, anche a cinquant’anni dalla marcia per i diritti civili da Selma a Montgomery che l’attivista già premio Nobel, condusse insieme ad altri politici e pastori come Ralph Abernathy, James Orange, Andrew Young e Diane Nash.

La pietra dello scandalo è Selma, la pellicola che racconta questa tappa nel percorso del pastore dalla Georgia, diretta da Ava DuVernay: pur avendo ricevuto il plauso comune di pubblico e critica, lo stesso apprezzamento non è arrivato dall’Academy, che l’ha sì candidato come miglior film e miglior canzone (Glory, di John Legend e Common, che ha già vinto il Golden Globe) ma ignorando in blocco le performance dei singoli attori, quella di David Oyelowo nei panni del protagonista su tutti. Una snobbatura che ha sottolineato come un Academy Award così ‘bianco’ non si vedesse dal 1998, risultato al quale ha sicuramente contribuito la vittoria, lo scorso anno di 12 anni schiavo (Guarda anche cos’è successo agli Oscar dello scorso anno).

Critiche a parte, la pellicola è una fedele riproposizione dello stile rigoroso di King, la cui allure ritorna, con le dovute modifiche, nella moda di stagione. Il completo è slim-fit, e si traduce non solo su pesanti lane, come vorrebbe il decennio, ma anche su texture moderne dall’apparenza più stropicciata, chambray e lino su tutti, a regalare un’aria di sofisticata nonchalance. I pantaloni disegnano ombre e volumi grazie alle pences, senza mai eccedere. L’arcobaleno cromatico si stabilizza su una sinfonia di blu e grigi, elegantemente opachi, sia sull’abbigliamento che negli accessori, vero punto di forza e grimaldello sul quale fa leva il fascino del look.

Sono proprio gli accessori a far la differenza, e Oyelowo li esibisce tutti, secondo il galateo dell’epoca: dall’orologio prezioso, maglie in argento o oro e quadrante tondo, al fermacravatta in argento sulle cravatte regimental in seta, passando per gemelli e l’immancabile fedora. Le scarpe sono da dandy, brogue lucide con impunture a vista, che sul puntale disegnano motivi grafici. Eclettiche, ma senza averne l’aria.