Al via la settimana della Moda Uomo di Milano, ecco le tendenze, viste in passerella, per il guardaroba maschile della prossima stagione fredda

Ermenegildo Zegna Couture apre il sipario e accende i riflettori sulla Fashion Week milanese dedicata alle collezioni maschili per il prossimo Autunno-Inverno 2018/19. Un salone innevato, iceberg alle pareti e un sottile nevischio danzante che scendeva dal soffitto dell’Aula magna dell’Università Bocconi di Milano. A tracciare una nuova via, come impronte sulla neve incontaminata, è una schiera di indossatori portatori della nuova evoluzione del direttore creativo Alessandro Sartori.

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La montagna e le vette innevate, ispirazioni per il nuovo guardaroba

Dopo Pitti Immagine Uomo, si conferma un’ispirazione ricorrente nelle prossime collezioni. Cappotti shearling e puffer jacket oversize, anfibi con suole a carrarmato, velluto a coste e maglioni d’alta quota indossati sotto a completi sartoriali. La silhouette del nuovo guardaroba di Ermenegildo Zegna Couture è decisa ma morbida, le scollature  sono geometriche, i reverse arrotondati. I tessuti si mescolano, cashmere jacquard, mohair compatto, alpaca garzata e velluto di lana e cotone si tingono dei colori naturali di fiori, erbe, legno, foglie e radici.

Montagna e outdoor sono muse ispiratrici anche della collezione di Emporio Armani. Montoni a pelo ricio e giacche di capra effetti cavallino, trench di lana chusi da fibbie tecniche e alberi stilizzati come camouflage. La silhuette è asciuta, i pantaloni fluidi, la palette densa di grigi, neri e blu profondi.

Cappotti yeti, pantaloni cargo, cappelli con paraorecchie, zaini ampi come sacche da viaggio e boots militari. Giorgio Armani prende ispirazione dagli scalatori di qualche decennio fa e li porta su marciapiedi metropolitani con eleganza. I capi sono in lana mohair leggermente stropicciata, i cappotti lunghi con colli montanti, i soprabiti di velluto così come le fogge della sartoria. I completi hanno spalle più definite, i doppipetto sono a otto bottoni, le giacche smoking con colli a scialle.  

Viaggiatori e globetrotter, il travel come link delle collezioni del prossimo inverno

Fendi Terminal. In un aeroporto (immaginario) Sylvia Venturini fendi sceglie di ambientare la sua collezione per la prossima stagione fredda. Al centro, un nastro trasportatore su cui ‘sfilavano’ bagagli vintage recuperati dalla maison Fendi, trolley e dubble bag, scatolini con scotch logato e addirittura una baby carrozzina in pelliccia. Il globetrotter Fendi veste la comodità. Bliusons di pelliccia, giacche in pelle destrutturate, impermeabili trasparenti, lunghi trench reversibili. E poi maglioni su cui sono ricamati i claims della maison, Family, Freedom, Fabolous, Fancy e in testa un ombrello come copricapo, per avere le mani libere per chiamare un taxi anche sotto la pioggia.

‘Un viaggio in solitaria, in un’auto a velocità costante, senza accelerazioni rapide, né frenate brusche in un atteggiamento da osservatore’. Spiega il direttore creativo di N°21 Alessandro Dell’Acqua i codici del guardaroba essenziale del suo globetrotter: un parka in nylon o imbottotio in peluche, i maglioni scomposti in gilet che si intravedono sotto a field jacket check, cappotti doppiati in neoprene, camicie a righe con applicate o stampate cartoline di vecchi motel della west coast californiana.

Nuove tribù, da nomadi bohemien alle popolazioni Navajo fino ai cowboy dell’antico far-west

Un viaggio intorno al mondo quello di Diesel Black Gold che porta in collezione capi aggiornati attraverso un filtro tribale e multietnico. Tuniche e camicie extra lunghe, pull dai colli alti e spacchi laterali, giacche in pelle e caban militari, cappotti mongoli e inserti con motivi multicolor presi dai tappeti Navajo.

Viaggia attraverso mondi nomadi anche l’uomo MarniAvvolto in una coperta, con sandali masai ai piedi. Protetto da montgomery ingigantiti o duvet trapuntati e stampati e godendo dei piaceri infantili dei maglioni fatti a mano. Sfilano broccati cinesi, ikat indiani, righe africane, tweed inglesi in una sorpresa di proporzioni, extra small o extra large, mescolati insieme.

Giocano a indiani e cowboys (e cowgirls) invece i fratelli Dsquared2 a pochi passi dall’headquarter di Prada. Camicie a scacchi e camperos, giacche in montone e imponenti fibbie, parka bordati di pelliccia, camicie di jeans o macro check. 

Uniformi, la rivoluzione dei codici scolastici

Come quelle che ha portato in scena Massimo Giorgietti con la nuova collezione MSGM, indossata da un cast di giovani universitari dell’Università Statale di MilanoI loro abiti sono il compromesso fra la severità delle istituzioni e la calma tumultuosa del singolo individuo. Panni di lana e nylon tecnico, denim e stampe camo, camicie in sete rosa shocking e maglioni melange.

Lee Wood, creative director di Dirk Bikkembergs, gioca con agonismo sportivo e personalità intellettuale. Il risultato è un’armonia di contrasti caratteristici dell’età scolastica. Tessuti consistenti, lane inglesi tradizionali, lana dry, cotone macintosh, nylon ripstop ultraleggero. E poi camicie in velluto millerighe, felpe in neoprene, parka over imbottiti e impermeabili fluidi.