Sfidano distanza, altezza, velocità. Le icone dello sport si battono in Russia. Ecco chi non perdere d’occhio

Il riflesso è quasi incondizionato. Si parla di atletica, di menti e corpi scolpiti dalla disciplina e dall’attività fisica e subito viene in mente lui, Usain Bolt. Recordman. Velocità, forza, potenza, sicurezza, costanza ma anche sorriso, simpatia, una storia tutta da raccontare . Ma i Mondiali di Atletica 2013 che si tengono a Mosca dal 10 al 18 agosto non vedranno ovviamente solo il giamaicano. Nati per vincere (o almeno questo è il loro obiettivo) scenderanno in pista altri grandi icone dello sport. Non è questione di bellezza, che pure non manca. Il loro fascino straordinario è dato dai muscoli in tensione, dai fasci di nervi tesi nello sforzo estremo, dalla consapevolezza che, lontani dagli scandali del doping, solo un lavoro duro e la disciplina portata all’estremo possono consentire di raggiungere certi risultati.

Kirani James ne è l’incarnazione. Lui sì che può dare del filo da torcere proprio a Bolt. Viene da una piccola isola caraibica, Grenada, ha 20 anni ed è campione olimpico e mondiale nei 400 metri. Nel sangue lo spirito del villaggio dei pescatori dove è nato e cresciuto, negli occhi l’amore della sua gente (sull’isola gli hanno anche dedicato una strada), in testa la determinazione.

– Guarda alla distanza, certo non alla velocità, Sergei Kirdiapkin, la stella su cui sono puntati i riflettori per la 50 chilometri. La più lunga in un campionato del mondo. Una gara contro la distanza, la tecnica, il caldo. Più di una maratona, ai limiti dell’umano. È lui, il russo, l’uomo da battere.

Bohdan Bondarenko, 23 anni, ucraino, è la rivelazione nel salto in alto. È la stella su cui si puntano i fari del mondo dell’atletica. Elegante, umile, recordman. A Losanna il suo massimo: 2,41 metri laddove nessuno è arrivato negli ultimi 20 anni. Obiettivo: superare il mitico Javier Sotomayor, l’atleta cubano che nel 1993 a Salamanca fissò il record del mondo, ancora imbattuto, i 2,45 metri. Un’operazione al piede destro nel 2009, un infortunio al ginocchio della stessa gamba lo scorso mese di aprile, niente ha fermato Bondarenko che ha vinto otto delle nove gare disputate quest’anno e che, mente e corpo, è diventato un vero atleta da ammirare.

– Sempre in alto punta, ma con l’aiuto dell’asta, un altro grande atleta. È Renaud Lavillenie, un mix di tecnica, coordinazione e velocità. In questa disciplina tutte le aspettative migliori convergono su di lui. Francese, ha raggiunto il suo record di 6,03 metri. Arriva a Mosca con una sfida: recuperare il record personale di 6,07 metri saltati ai campionati europei di Goteborg ma annullati perché l’asticella, seppur rimasta in alto, è uscita dal sostegno appoggiandosi alla barra laterale. La rabbia è stata forte ma tutti sono pronti a sostenere che si sia trasformata in adrenalina e concentrazione.

Luis Rivera, invece, è l’attesa per il salto in lungo. “Se un sogno incrocia la tua testa, prima o poi incrocierà la tua vita” ha sempre sostenuto. Messicano, 26 anni, testardo, determinato. Dieci anni fa decide di allenarsi per diventare il miglior saltatore messicano. Vince tutto. Nel 2012 la sua prima olimpiade a Londra. Con 8,46 metri saltati guida la classifica mondiale. “Se hai un sogno prima o poi diventerà realtà, bisogna solo credere in se stessi, avere disciplina e non perdersi d’animo”.