Non più solo per il trekking. Gli hiking boots ora si indossano anche in ufficio

Gianni Agnelli li preferiva in suede, con ganci in metallo e lacci in cuoio che teneva leggermente slacciati, portati sotto l’abito elegante anche in occasioni formali. In pochi ancora li chiamano pedule. Simboli di taglialegna o escursionisti d’alta quota, gli hiking boots, scendono dalle vette innevate per approdare anche su sentieri metropolitani.
Non più solo scarponcino da montagna ma scarpe must have nel guardaroba maschile di questo inverno.

Dal modello in voga negli anni dei paninari come quelli di Timberland con uno scarponcino ispirato all’iconico Yellow Boot che quest’anno festeggia il suo 40° compleanno a quelli con inserti in lana o camoscio come gli hiking boots Portland di Moncler o gli stivaletti Backpacker di Louis Vuitton in pelle di vitello con dettagli in pelo di pecora rovesciato.

Quelli proposti per la collezione fall-winter 2013-14 da Fendi si indossano anche in ufficio, abbinati a pantaloni dal taglio slim che cadono morbidi sulla tomaia. Mentre i modelli Viller e Vincens di Bally, parte della collezione Everest creata per celebrare il 60° anniversario dalla prima scalata del Monte Everest il 29 maggio del 1953, hanno tomaie massicce per riparare i piedi dal freddo, perfetti anche se indossati con i denim.

Jill Sander invece pensa a una suola a carro armato che garantisce la massima aderenza anche su terreni ghiacciati o innevati senza rinunciare allo stiile, con fibbie in pelle alla caviglia.

Car Shoe, Diemme e Hermès si ispirano a modelli vintage usati dagli alpinisti durante le spedizioni per aprire nuove vie, con lacci a contrasto e ganci in metallo, da portare ance con pantaloni a stampa check per completare lo stile montanaro