Omaggio a Niemeyer, che disegnò la città brasiliana (e un noto palazzo meneghino), sfondo di questo servizio con il campione di nuoto Luca Dotto

Un frammento di Brasilia alle porte di Milano: potremmo definire così la sede dell’Arnoldo Mondadori Editore, che il fondatore volle disegnata dallo stesso architetto di Brasilia e fa da sfondo al servizio di moda di queste pagine. È un omaggio alla capitale carioca, considerata la città più fotogenica del mondo. Nata dalla fantasia di Lúcio Costa e Oscar Niemeyer, i grandi architetti brasiliani che ne siglarono il progetto alla fine degli anni 50, Brasilia è un gioiello del modernismo. Dall’alto, la sua pianta pare un immenso aeroplano. Dal basso, i palazzi di Niemeyer sembrano ritratti che si stagliano su panorami incorniciati di cielo azzurro. Il piano regolatore riflette un’epoca in cui l’auto era il futuro. Così pure il profilo architettonico. Ampie strade. Pochi marciapiedi. Imponenti edifici a saturare gli spazi. Il Parlamento, l’Itamaraty, sede del Ministero degli Esteri; la svettante Torre della Televisione, la Catedral Metropolitana e il Distrito Federal erano quasi tutto. E così, oggi, sono piuttosto i quartieri della periferia a espandersi: Samambaia, Águas Claras e Itapoã. Il panorama, però, cambia a Nord Est, dove sorgono le case dei ceti benestanti, sempre più moderne e affascinanti. Il Southern Commercial Sector, invece, è dove si scoprono negozi  e locali. Come il ristorante Calaf, dalla cucina a metà strada tra Spagna e Brasile. O il café  Beirute: un interno bohémienne sudamericano. Fuori città, infine, è imperdibile lo spettacolo delle cascate del Salto de Itiqui. Per riscoprire, contro la razionalità di una metropoli costruita a tavolino, il profilo incontaminato e il potere invincibile della natura.

 *Uno dei più importanti architetti di Brasilia. È a capo dello studio Atelier Paralelo. Testo raccolto da Andrea D’Addio

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Foto: Stefano Galuzzi 
Fashion Editor: Andrea Tenerani