Un Gesto Danzato: il ménage domestico
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Un Gesto Danzato: il ménage domestico

di Alessandro Turci

Torna la rubrica di Alessandro Turci dedicata all’art de vivre. Questa volta si parla di faccende domestiche: una questione assai delicata, soprattutto di questi tempi, che segue regole ben precise.

Chi aiuta il gentiluomo moderno nella vita domestica? Dipende dalla vita che conduce, dalla domus che ha e dal tasso di autostima.

Coraggio: il giovane gentiluomo non ha collaboratori. Vuol dire che deve farsi le pulizie da solo? Esatto. Un principio zen suggerisce di trasformare alcune azioni quotidiane in rituale. Che svolgerete, da vero rituale, senza fretta. Quindi un gentiluomo, magari anche di successo nella vita, si lava il pavimento da sé? Correct. Spolvera lui i ripiani? Proprio così. Si lava l’auto? No di certo. Per quello ci sono i garage, dove si porta la vettura (meglio se d’epoca), si lasciano le chiavi, si torna a ritirarla, cambiati d’abito, nel tardo pomeriggio. Gettoni del fai da te sconsigliatissimi, nel weekend scandalo.

Quando la vita diventa più complessa una collaborazione può essere utile. Ma sarà una regia della casa, i rituali continuano a spettare e voi. Che eroi sareste, d’altronde, se fosse qualcun’altro a pulire dove voi sporcate? Rileggete Conrad e siate uomini.

Chi vi aiuta in casa, della casa e della vita, ne sa più di voi. Merita sempre la terza persona anche quando la menzionate ad altri (abitudine comunque poco elegante). Non è qualcuno di fatica (per vetri e grandi pulizie stagionali ci sono le ditte specializzate), ma la figura che detta i tempi del vostro quotidiano: ritira la posta, riordina la spesa che fate recapitare, prepara uno o due pasti e, prima di un viaggio d’affari, la valigia. Tiene in vita i vostri fiori trascurati, parlandogli di voi. Spesso vi corregge le sviste di mondanità, ricordandovi che state per incontrare, per due volte di fila, la stessa persona con la stessa giacca. Nelle tre ore mattutine, insomma, mette nella vostra casa l’ordine necessario per le tre ore pomeridiane.

A Natale riceverà due regali, una busta con denaro e un presente pensato col cuore, perché ci tenete a lei avete indovinato i suoi piccoli sogni irraggiungibili.

Se invece la vostra carriera vi ha proiettato ad altezze siderali e avete bisogno di un maggiordomo, sappiate che state abdicando a tutti i vostri poteri. Un autorevole e inflessibile Signore, cioè lui, abita adesso le vostre stanze e detta i vostri tempi con sguardo d’acciaio. A volte si schiarisce la voce quando voi, in uno slancio di conversazione tra ospiti ammirati (nel capannello dell’uomo di successo c’è sempre un tasso di piaggeria), confondete il Conrad romanziere col Konrad etologo.

Ricordate che il maggiordomo è sempre d’idee conservatrici, il padrone di casa progressiste. Non azzardatevi a ribaltare questo saggio equilibrio che è alla base delle società felici.

Infine, nell’assurda e improbabile circostanza di una pandemia capace di mettere il mondo intero in shutdown e di buttarvi sul lastrico a causa dei vostri sfortunati investimenti in Borsa, potrebbe darsi il caso commovente che dobbiate, addirittura, andare a lavorare. Nessun problema: anni d’eleganza fanno di voi il maggiordomo perfetto.

Se v’impiegaste presso gente rispettabilissima, essendolo anche voi, condannereste tutti alla noia. Scegliete invece una famiglia di nuovi ricchi. Le vostre giornate saranno piene di sorprese. Scarpe marroni dopo le cinque del pomeriggio e grigliate nel giardino di casa; telefoni sulla tovaglia, orologi 44 mm e bottiglie aperte a sciabolate. A Natale, infine, una mancia così cafona che vi permetterà addirittura di tornare ad affacciarvi in Borsa. Sublime.