La videoconferenza: netiquette e altre regole
Photo by Paramount Pictures/Archive Photos/Getty Images)

La videoconferenza: netiquette e altre regole

di Alessandro Turci

Uno strumento insidioso, eppure necessario (ma non sempre). In ogni caso, la videoconferenza va maneggiata con cura. Ecco qualche consiglio di stile, da leggere con un Martini in mano.

Le video conferenze sono una sfida: alla noia delle conferenze e alla lunghezza delle telefonate, aggiungono il mormorio degli specchi. Se poi lo specchio è una webcam, vi moltiplica e a volte, addirittura, vi registra.

Le Conferenze rischiano di entrare, se già non l’hanno fatto, nelle nostre vite. Cercate allora di fare, scomodando un luogo comune, davvero buon viso e bella figura.

La regola principale, sia che siate voi a convocarla o che veniate invitati, è in ogni caso comune: less is more. Quindi brevità.

Limitare le Conferenze a quelle davvero necessarie. Se siete voi “the guy in charge”, cioè quello che comanda, siate parchi nel ricorrere a questo strumento e chiedetevi se una mail non può avere la stessa funzione. Capirete bene che se adorate leggervi, gli altri possono scorrere le vostre righe affidandosi a metodi veloci di lettura. Ma se amate anche ascoltarvi, considerate che gli altri probabilmente provano esattamente il sentimento opposto: ‘i musicisti ci vorrebbero muti quando noi vorremmo essere sordi’, diceva Oscar Wilde ai concerti meno riusciti.

Quando è il vostro capo, donna o uomo che sia, a convocare la Conferenza, aderite, oppure, in un momento di verità e Martini bianco, licenziatevi via sms. Potete sempre pentirvi (via mail). I capi, donne e uomini non c’è differenza in questo, adorano i pentimenti e vi riaccoglieranno nel team: è una cosa che li fa sentire molto capi e fa molto Conferenza open-minded.

Nascondete il Martini e preparatevi alla Conference Renaissance.

Senza scomodare Naomi Klein per così poco, evitate di esibire marchi sulla vostra camicia o sul vostro pullover. In maglietta anche no: non siete Giorgio Armani. Inoltre, se non siete in perfetta forma perché mai darlo a vedere, che è anche il miglior motivo se siete in splendida forma: è una call, non il vostro show atletico. Una camicia sartoriale andrà benissimo.

Ottimo anche il denim e certi colori delicati, quando sarà tempo di lino. Cravatta solo se sapete portarla con la dovuta disinvoltura (da non confondere col nodo lento, orrore), cioè come se ci foste nati. Senza cravatta i bottoni della camicia chiusi all’altezza giusta; cachecol? Perché no, ma solo se sapete portarlo, banditi gli esperimenti: le Conferenze sono in diretta, rischiereste di iniziare con e finire senza. Disastro totale.

Anche se è una call, parlate italiano. Limitate, ma questo vale sempre, gli anglicismi al contrario di quello che stiamo facendo noi. Se vi occupate di letteratura inglese, c’è il latino per distinguersi. Se siete nel ramo dei laminati o dell’orologeria vintage, siate consci del perimetro lessicale.

Le Conferenze video sono quindi un’armonia tra netiquette, aspetto personale e ambiente.

Di voi abbiamo detto, ma meglio ha fatto Tom Ford su un quotidiano newyorkese che è sempre consigliabile bazzicare, ora veniamo a cosa si vede alle vostre spalle.

Sullo sfondo è solo questione di dire la verità. No ad ambienti costruiti. Per la libreria non conta se mostrerete volumi a raffica, ma se si capirà che quel luogo è dai voi frequentato, con stile, ogni giorno. Un tagliacarte, uno spegni lume vittoriano (lascia intendere che sulla vostra tavola una candela non manca mai), una lente d’ingrandimento per le stampe e i libri d’arte. Ma anche una lettera, cioè un tocco di corrispondenza (femminile? Eh, non è dato sapere…) renderanno il mobile vivo e non museale. Se invece lasciate intravedere residui di collane cheap, come quelle allegate ai quotidiani, accanto a soprammobili e cornici, e oggetti di uso comune a casaccio, vuol dire che quei ripiani per voi sono solo pratici svuota tasche a cielo aperto. Messaggio pessimo: non avete amore per quello che vi circonda.

Anche le collezioni danno un po’ l’idea del tipo maniacale o del ragazzo non cresciuto. Spesso entrambe le cose insieme. Se avete una collezione da adolescenti (una qualsiasi, ma diciamo quella delle lattine raccolte in giro per il mondo) è l’occasione giusta per buttarla.

In caso siate un personaggio autorevole in uno specifico campo, potrebbe darsi che qualche media voglia intervistarvi in video conferenza. Non fate gli amiconi e non fate i pedanti. Date del lei: la terza persona fa sempre la figura di un tuxedo e costa molto meno. Inoltre, se siete esperti non preparatevi appunti, sfigurereste tentando di leggerli, andate a braccio da veri esperti. Tranquilli: nessuno vi farà domande troppo difficili. Evitate anche di dare notizie importanti, non sono i giornali il luogo adatto per rovinarle.

Quanto ai rapporti di forza: se siete l’ospite o il capo vi daranno tutti ragione, viceversa sarete voi a darla. Se nessuno comanda, perché è una Conferenza fra parigrado, avrete tutti torto allo stesso modo se superasse i 30 minuti complessivi.

Due ultimi consigli. Non terminate esprimendo il concetto: dai, ne parliamo poi a voce. Sarebbe molto frustrante per chi ha dovuto parlare e soprattutto ascoltare in remoto fino a quel momento. Ricordatevi, a fine Conferenza, di oscurare di nuovo la webcam. Fatto? Via libera, potete tornare al Martini.