Sardegna: i tesori nascosti dell’entroterra

Sardegna: i tesori nascosti dell’entroterra

di Carla Brazzoli

Far conoscere la parte più autentica dell’isola, valorizzando i luoghi più nascosti e incontaminati è l’obiettivo dell’iniziativa “Il nostro orgoglio” promossa dal birrificio Ichnusa

La Sardegna incarna i classici cliché della vacanza perfetta: mare cristallino, spiagge bianche, natura incontaminata. Espressioni usate (e abusate) per evocare un luogo magico, cercato e anelato quando si programma un viaggio. Pochi tra i turisti che affollano le coste dell’isola però sanno che basta addentrarsi di qualche decina di chilometri per trovare un’altra Sardegna, selvaggia ed emozionante, altrettanto incantevole e tutta da scoprire ed esplorare.
Proprio con l’intento di svelare alcune tra le più sorprendenti bellezze naturali nascoste, Ichnusa, la birra che negli anni è diventata simbolo della sardità, ha promosso un’iniziativa battezzata “Il nostro orgoglio” che ha coinvolto i giovani sardi invitandoli a indicare i loro luoghi del cuore: tra i 400 segnalati, i tre più votati sono diventati meta di escursioni per permettere ai turisti e agli stessi sardi di vivere esperienze uniche all’insegna dell’avventura e della scoperta accompagnati da esperte guide locali tra percorsi di trekking, a cavallo o in bicicletta. I luoghi più amati sono risultati essere il canyon di Gorropu, Capo Pecora e il Parco di Porto Conte.
Sempre spinta dall’obiettivo di far conoscere e amare tutto il territorio sardo, Ichnusa, che opera dal 1912 e da sempre è impegnata nella valorizzazione e nella tutela dell’isola, ha affidato a tre giovani artisti sardi il compito di realizzare altrettanti murales che decoreranno le pareti di una località vicina ai tre luoghi del cuore – Mamoiada, Arbus e Alghero – nella speranza di invogliare chi li ammira ad andare a visitarli di persona. A prescindere dalle escursioni organizzate dal birrificio di Assemini (Cagliari), andare alla scoperta dell’entroterra sardo rimane un’esperienza da vivere in qualsiasi periodo dell’anno.

Canyon di Gorropu

Non è un caso se questo monumento naturale dal grande valore storico e culturale che segna il confine tra i comuni di Urzulei e di Orgosolo, nel Supramonte, sia stato scelto come set cinematografico (uno dei primi film girati in queste zone è King David, con Richard Gere) e location per gli spot di importanti brand. Le sue maestose pareti rocciose di quasi 500 metri, le più alte d’Europa, regalano infatti la sensazione di essere in un film. Per forgiare questo profondo canyon ci sono voluti milioni di anni durante i quali le acque del Rio Flumineddu hanno eroso e levigato la roccia calcarea. Ora, il controllo, la tutela e l’opera di valorizzazione di questo prezioso sito, paradiso della biodiversità abitato da rari esemplari di flora e fauna, è gestito da Chìntula, la società nata dall’idea di due giovani del posto, guide esperte che accompagnano alla scoperta di questo luogo misterioso ricco di antiche leggende. Come quella che racconta di Sa mama de Gorropu, una spaventosa creatura che abiterebbe all’interno del canyon, o quella che narra che in passato la gola fosse il punto dove poter incontrare Sa Tentassione, ovvero il Diavolo, a cui cedere la propria anima e ottenere, in cambio, ricchezze terrene.

Capo Pecora

E’ uno dei gioielli della Costa Verde – nella parte sud-occidentale dell’isola – nel territorio di Arbus. Un luogo suggestivo e affascinante, dove il granito rosa della costa si contrappone all’azzurro intenso del mare e al verde brillante della macchia mediterranea. Tra le calette di Capo Pecora la più particolare è quella chiamata “la spiaggia delle uova di dinosauro” per la presenza di grandi ciottoli bianchi levigati dal mare. Dal promontorio, con un lungo trekking tra scogliere e mulattiere a picco sul mare, si arriva alla spiaggia di Scivu, perla del Mediterraneo: una striscia di tre chilometri con dune di finissima sabbia bianca e mare turchese, vero paradiso per gli appassionati di snorkeling e diving.

Parco di Porto Conte

A 20 chilometri da Alghero, il territorio del parco si estende su una superficie di oltre 5.000 ettari in gran parte pianeggiante, in cui le spiagge sabbiose si alternano a falesie a strapiombo sul mare. Considerata la vastità dell’area, si può scegliere di percorrere diversi itinerari: raggiungere le pendici del monte Timidone, a 424 metri sul livello del mare, arrivare a Cala Barca dove è possibile ammirare l’intera estensione del parco, oppure visitare Torre della Pegna, edificata su una falesia di circa 200 metri di altezza nei pressi di Capo Caccia.

Questi sono solo tre fra i numerosi tesori nascosti della Sardegna a cui l’iniziativa di Ichnusa intende dare visibilità, ma che vanno tutelati chiedendo a chi vorrà andare a visitarli di portare il giusto rispetto.