Fotostoria di Sophia Loren, icona della bellezza italica, spavalda e sontuosa

Nel 1999, Sophia Loren è indicata dai sondaggi come la diva più bella del mondo. Non sarebbe una notizia, se non fosse che Sophia, nel ’99, ha 65 anni. E il riconoscimento non è un omaggio alla carriera: è la fotografia della realtà. Una realtà che sta superando anche l’esame dei tre lustri successivi. Per lo sguardo di Sophia, la sua risata, l’incarnato e la figura, il tempo è scivolato come acqua sulla pietra. Bella, sontuosa e spavalda era a 16 anni; bella, sontuosa e spavalda Sofia Scicolone, in arte Sophia Loren, è rimasta.

Il segreto di questo fascino inviolabile dal tempo non ha, all’apparenza, una formula che si possa copiare:  bisogna essere scugnizza napoletana, crescere, diventare signora, e rimanere se stessa. Per Sophia Loren ha voluto dire mantenere un carattere indomabile, quello che al cinema viene suggerito dalla inconfondibile camminata a schiena dritta, dalla sventagliata dei capelli e dal modo imperioso di mettersi le mani ai fianchi.

Quando Sofia nasce, a Roma, il 20 settembre 1934, c’è solo la mamma, innamorata di un uomo che l’avrebbe illusa per anni, non la sposerà mai e darà a fatica il suo cognome a Sofia e a Maria (nata nel 1938). Così Romilda Villani, la Greta Garbo italiana (davvero: grazie al suo stupendo profilo, aveva vinto un concorso di sosia della Divina), messi da parte i sogni, aveva tirato su le figlie nella casa dei nonni a Pozzuoli.

Nel buio del cinema Sacchini, accanto al mercato del pesce, Sofia comincia a sognare. La leggenda dice che decise di fare l’attrice vedendo Sangue e arena. Anche se lei, che sullo schermo non ha mai smesso di incarnare la bellezza formosa, da ragazzina si faceva notare soprattutto per la velocità con cui cresceva (è arrivata a un metro e 73: una gigantessa, per la sua generazione), attirandosi soprannomi come “giraffa” e “stecchino” (per la magrezza). Esplode nell’adolescenza, quando la mamma porta le figlie a vivere a Roma e, con Sofia, s’intruppa fra le comparse di Cinecittà. Sofia viene subito considerata “unica”, per via delle gambe così lunghe e del busto così pieno. Alberto Sordi, uno dei suoi primi importanti colleghi, disse subito: «Sophia è due donne, una sull’altra».

Testo di Santi Urso
(leggi il seguito dell’articolo nel numero 9 di Icon, in edicola dal 4 aprile)