Dal barbiere: come cambia l’appuntamento post-Covid

Dal barbiere: come cambia l’appuntamento post-Covid

di Eleonora Gionchi

Nuovi protocolli per le barberie che ricevono ora solo su appuntamento, tra locali sanificati e un’attenzione massima all’igiene. Ecco come stanno affrontando il nuovo rientro alla normalità tre barberie da nord a sud.

La Fase 2 procede tra entusiasmi e difficoltà. E se è vero che l’appuntamento da parrucchiere e barbiere è stato tra i più attesi dagli italiani, è altrettanto vero che alcune abitudini sono cambiate e che l’attenzione ora dev’essere massima. Come raccontano a Icon Magazine tre esperti del settore che hanno riaperto le loro barberie, pronti con lama e rasoi.

L’appuntamento dal barbiere

Se questo è sempre stato uno di quei luoghi in cui l’attenzione all’igiene è sempre stata massima, dopo il lockdown le nuove norme impongono ancora più attenzione: “Ora prendiamo solo ed esclusivamente appuntamenti, telefonicamente o via social, proprio per stare attenti alle nuove norme igienico-sanitarie” spiegano dalla barberia Bullfrog di via Sistina a Roma e a cui fa eco anche Raffaele Lanzetti del barbershop I Lanzetti in via Matteo Andrea Acquaviva a Napoli: “Inoltre tutte le poltrone sono santificate prima e dopo ogni servizio, oltre ad aver introdotto anche strumenti monouso”.

Una nuova normalità, dunque, che prevede tempi più dilatati e lenti rispetto ai ritmi frenetici pre-Covid: “È una ripartenza faticosa, chiaramente tutte le persone adesso hanno paura di una possibile ricaduta e vogliono poter usufruire di un trattamento dal proprio barbiere di fiducia” spiegano Francesco Cirignotta della barberia FC Cirignotta Barber Shop, in zona Navigli a Milano.

Se il ruolo del barbiere è sempre socialmente utile perché fa sentire bene le persone con loro stesse e il loro aspetto, oggi questa missione è ancora più importante come sottolinea il brand Bullfrog: per tutto il 2020 infatti sosterrà il progetto #RipartiamoConStile, non solo offrendo gratuitamente i servizi a medici e personale sanitario ma, con una campagna social, sostenendo tutti i piccoli produttori del mondo del grooming che altrimenti sarebbero dimenticati a causa della crisi.