Cucinelli lancia le sue prime due fragranze
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Cucinelli lancia le sue prime due fragranze

di Angelo Pannofino

La casa di moda di Solomeo presenta i due profumi pour femme e pour homme, ispirati al cachemire e alla terra umbra e volutamente lontani dalle mode del momento

Laffabulatore Brunello Cucinelli accoglie i suoi ospiti nella Sala delle colonne del Museo della scienza e della tecnologia di Milano, sovrastato dalle ali progettate da Leonardo da Vinci con le quali il genio per eccellenza si era immaginato di poter volare. Piedi ben piantati in terra invece per Cucinelli, che però ama i voli, a volte pindarici, con le parole e salta di qua e di là seguendo associazioni mentali e il filo dei pensieri, non prima di aver introdotto, stringendolo a sé, Giovanni Sgariboldi, fondatore di EuroItalia, storica casa produttrice e distributrice di profumi di lusso, la cui presenza chiarisce il motivo di questo incontro. La casa di moda di Solomeo, annuncia infatti Cucinelli, ha realizzato le sue prime due fragranze, uomo e donna. Un progetto, racconta, iniziato quasi tre anni fa, prima della pandemia, con lobiettivo di creare lequivalente olfattivo «di due girocollo di cashmere» dei suoi, come dire apparentemente semplici semplici, ma in realtà «non così semplici da fare», perché per riuscirci occorre portare ogni elemento ai massimi livelli: la qualità della materia prima, lartigianalità, la cura dei dettagli, lattenzione a «non causare danni al creato».


Due profumi da indossare, insomma, che trasmettessero la stessa sensazione di eleganza morbida, rilassata e discreta che è il suo marchio di fabbrica, anche se nel suo caso si dovrebbe parlare di marchio di bottega. La semplicità non è mica facile, è un distillato, anzi un estratto, visto che si parla di profumi, di complessità e fatica ed è Cucinelli stesso a confessare, e poi a ripetere e infine a ribadire, che insomma, tutti quei campioni di profumi, combinazioni, varianti dai quali, a un certo punto del processo, si è ritrovato circondato e quasi sommerso, lo avevano, come dire, rincitrullito. Anche se non usa esattamente questa parola. Daltra parte, ammette, far profumi non è mica il suo mestiere, che sarebbe fare abiti, ma sulla questione del suo rincitrullimento ci torna ripetutamente far capire quanto le due fragranze siano state il risultato di un lungo percorso di scambio e confronto, allo stesso modo di quanto avvenuto con Luxottica per la sua collezione di occhiali. Molta pazienza hanno avuto, e di questo li ringrazia, oltre che la famiglia Sgariboldi, i due nasi (francesi, ça va sans dire), chiamati allimpresa, Daphné Bugey per le donne, Olivier Cresp per gli uomini. Entrambi originali nel cercare strade alternative, non battute come certe delle argillose colline umbre che hanno ispirato entrambi, anche se in modi diversi. Lei ha scelto accordi legnosi, parecchio inconsueti per una fragranza femminile (c’è persino un accordo castagna). Lui invece ha fatto carta bianca, scegliendo di dimenticare le tendenze profumiere del momento e, dopo aver visitato lazienda a Solomeo, racconta: «la prima parola che ho scritto su quel foglio bianco è stata: cipresso».


Ovviamente tutti gli ingredienti sono di altissima qualità ma non sto qui a raccontarli, perché, parafrasando Cucinelli, scrivere di profumi non è il mio mestiere. Anzi, è proprio lui il primo a invitare tutti noi presenti a non venirgli a dire, al termine della presentazione, «che il profumo è buono». Piuttosto, conclude, ci invita a riflettere sullimportanza della manifattura, della manodopera, nel senso letterale di saper fare con le proprie mani, e ribadisce quanto per lui sia fondamentale dare dignità al lavoro svolto dagli operai, «non impiegati, attenzione, mi riferisco proprio agli operai, spesso costretti in fabbriche costruite appositamente per impedire loro di vedere la luce, fuori dalla finestra, per non distrarsi».