Un marchio di profumi made in Italy che usa materie prime locali

Un duo con due passioni: i profumi e i legni. Dietro a Olivares&Ribero, nuovo marchio made in Italy, ci sono Carlo Ribero, tra i profumieri italiani più famosi, e Corrado Olivares, antiquario specializzato nel ‘700. Da questi due mondi, solo in apparenza distanti, la loro prima collezione di profumi.

Come sono nati e qual è la firma olfattiva dei vostri profumi?
Sono nati dall’amore per i legni usati nell’ebanistica e cercando di coniugare il cuore delle loro essenze, a volte aspro-amaro, altre invece più dolce e fruttato, con la leggerezza di un ricordo.

Qual è il punto di forza dei legni nella profumeria? E qual è il vostro preferito?
Assieme alle note muschiate, le essenze legnose sono la struttura portante, donano eleganza e permettono di fissare il profumo. Un ottimo “fissante” è il cedro della Virginia, tra i nostri preferiti assieme al sandalo indiano che è tra i più usati, che ci piace perché ricorda l’odore delle matite, è dolce e rende bene sulle pelli maschili e femminili.

In quale contesto queste essenze danno il meglio di sé?
I legni danno il meglio con le note speziate, fiorite e muschiate, o in alternativa quando creano accordi sensuali.

Descrivete ogni vostra creazione con un aggettivo. Come e quando si indossano?
Ebano e Forza è avvolgente e selettivo, Bois de Rose e Grazia è decisamente intrigante, Palissandro e Nobiltà è elegante e aristocratico mentre Acacia e Unicità è seducente e accattivante: sono tutte fragranze senza tempo e adatte a qualsiasi momento, sono i loro di forza.

Le vostre creazioni sono genderless, come mai questa scelta?
L’idea è quella di far sentire a proprio agio chiunque le indossa, di emozionare e far arrivare il nostro messaggio a tutti, senza nessuna distinzione, senza contare che molte fragranze maschili sono usate dalle donne, quindi…

Come evolverà lo stile di Olivares & Ribero?
Ci piace l’idea che il nostro stile resti immutato, così che chi indossa le nostre creazioni possa sempre ritrovarsi e riconoscersi. Per questo cerchiamo sempre di adattare le novità del campo ai nostri bisogni, come per esempio l’uso di nuove molecole o materie ricreate con metologie diverse.