World Beard Day: il 4 settembre si celebrano la barba e rasoi

World Beard Day: il 4 settembre si celebrano la barba e rasoi

di Eleonora Gionchi

Dai visi puliti degli anni Venti al Chevron alla Magnum P.I. passando per la cresta punk dei Settanta. Il 4 settembre si celebra la Giornata Mondiale della Barba e con essa anche il rasoio

Hipster o perfettamente rasata, incolta o tagliata al millimetro, anche la barba merita la sua giornata mondiale. E quest’anno cade il 4 settembre. Un’occasione per esplorare e conoscere la storia di questo accessorio maschile che ha caratterizzato moltissime epoche. 

Barba e anni Venti, la nascita del rasoio elettrico

Gli anni Venti del Novecento hanno rappresentato un cambio di passo nel look maschile. La svolta è stata l’invenzione del rasoio elettrico di Jacob Schick, un imprenditore americano che lo brevetta per primo.

Benché avesse il motore all’esterno e occorressero due mani per maneggiarlo, ha rappresentato un cambiamento epocale dettato anche da questioni igieniche. È così che in questo decennio si afferma uno stile più pulito, complici anche gli eroi cinematografici, uno su tutti Rodolfo Valentino, sempre perfettamente rasato. E la stessa narrativa cinematografica inizia a imporre la figura dell’uomo-eroe dal viso pulito in netta contrapposizione all’antagonista, solitamente con barba incolta.

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Barba al ritmo di rock’n’roll

Tre decenni dopo, negli anni Cinquanta, il mondo della rasatura subisce un altro scossone: Braun lancia sul mercato il primo rasoio a lamina dal design ergonomico. E se il viso pulito è ancora un must, si fa strada un nuovo look portato avanti dai migliori jazzisti dell’epoca: la mosca.

Chiamato anche Moschetto, non è altro che un ciuffetto di barba appena sotto il labbro, realizzato con rasoi impostati tra i 0,5 e i 20mm a seconda del gusto personale. Un dettaglio che poi tornerà in auge anche nel corso degli anni ’90.

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Tra il Mohawk e il Liberty Spikes

Trasgressivi, anticonformisti, pieni di eccessi spesso incontrollati. Sono gli anni Settanta e i punk. La loro cifra stilistica? Uno stile ribelle, a prescindere, anticonformista e che voleva scioccare la società benpensante. Il simbolo della loro ribellione è diventata la loro cresta, o meglio il taglio alla moicana: testa rasata su entrambi i lati e striscia di capelli centrale lasciati lunghi o accorciati leggermente.

Tenuti in piedi da moltissimo gel e spesso anche multicolor. Da qui poi sono nati altri stili, come il recente Fauxhawk, quello sfoggiato negli anni 2000 da Beckham, ma anche il Liberty Spikes: i capelli sono divisi in ciocche e tenuti in piedi da tantissimo gel per “spararli in aria”. 

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Dal ritorno dei baffi all’hip hop

E se per un decennio barba e baffi sono stati accantonanti e i rasoi si usavano per teste ribelli, rieccoli spuntare negli anni Ottanta. Il Chevron è il baffo tipicamente Eighties, quello alla Magnum P.I., spesso, folto, che copre il labbro superiore. Per ottenerlo si inclinava leggermente la bocca per regolarlo col regola barba ed eliminare i peli indesiderati oltre a procedere a una rasatura perfetta proprio per dare risalto solo al baffo.

Un dettaglio non particolarmente amato dai ragazzi dell’hip hop. Nato a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta, si concentrano sui capelli sfoggiando il Flat Top, diventando hair look simbolo della comunità afroamericana, e conosciuto nel mondo grazie ai giocatori di basket e alle serie tv, come Willy il Principe di Bel Air. Anche in questo caso l’abilità col rasoio è tutto, sia per dare forma al taglio stesso ma anche per eliminare la barba, lasciando solo un accenno di baffo. 

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