Moda e designer: i 5 migliori documentari
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Moda e designer: i 5 migliori documentari

di Andrea Giordano

Da Pierre Cardin a Dries Van Noten, da Martin Margiela ad Alexander McQueen, fino a Olivier Rousteing, direttore creativo di Balmain: cinque icone della moda, cinque grandi designer, raccontati in altrettanti documentari da rivedere e attendere.

Visionari, talenti sconfinati, ragazzi prodigio, rivoluzionari insomma, in grado di cambiare il linguaggio dell’estetica, non solo della moda, aprendo fin da subito, e in epoche diverse, orizzonti spettacolari d’avanguardia e ispirazione. Il cinema osserva, e trae spunto, raccontando in cinque documentari – gioiello, ognuno da recuperare, altrettante figure di grandi designer.

McQueen di Ian Bonhôte (visibile su Chili)

Uno sguardo personale incentrato sulla vita, carriera e e creatività geniale di Alexander McQueen, scomparso nel 2010. Dalle origini, working class, cresciuto nell’East London, al successo internazionale, diventando il punk ribelle per eccellenza delle passerelle e nelle collezioni. Ipnotico, radicale, gotico, elegante, “spaventoso”, ha esorcizzato l’impensabile, conquistando poi gli scenari più prestigiosi. Un viaggio visivo, corredato di interviste esclusive, ai familiari, agli amici più intimi, impreziosito da materiale d’archivio, immagini, musiche, particolari, per celebrarne sì la rapida esistenza ed influenza sul settore, quando il suo essere stato tormentato.

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McQueen

Wonder Boy di Anissa Bonnefont 

Abilità e istinto artistico: il ragazzo delle meraviglie, nominato a soli 25 anni direttore creativo di Balmain, è soprattutto Olivier Rousteing. Fianco a fianco a lui, mentre lavora, Wonder Boy (Premio Speciale della Giuria al Tribeca di New York nel 2020) diventa gradualmente una confessione autobiografica, sul suo processo creativo, rivelando dettagli di se, mai svelati e professionali, e quella forma di vulnerabilità voluta, in grado oltremodo di conquistare personaggi come Jennifer Lopez e Rihanna. Qui però il documentario si trasforma anche nell’occasione di rintracciare la madre naturale, lui abbandonato da bambino e cresciuto da genitori adottivi, dando ascolto allora al proprio bisogno di radici, ricostruendo il suo mondo.


House of Cardin di P. David Ebersole e Todd Hughes (visibile su Amazon Prime Video)

Più di un omaggio, un percorso di studio, ricerca, più che un documentario (autorizzato), un saggio nei meandri di una figura vorace, a caccia sempre di progetti nuovi, fino all’ultimo istante. Pierre Cardin, scomparso a 98 anni lo scorso dicembre, è di fatto entrato nel vocabolario del costume e di un certo modo di intercettare le mode, e lanciarle, da precursore e pioniere. Cardin dunque allo specchio, di fronte la telecamera, racconta la sua esistenza irripetibile, un percorso nostalgico, vibrante, intenso, nei luoghi, all’interno dei disegni, insieme tra le mille collezioni ideate, prêt-à-porter, haute couture, il tutto scandito da interviste inedite e in prima persona, Un artista puro e dalla memoria epocale, che fin dagli anni ‘50, non hai mai voluto fermarsi. Cardin il collezionista, Cardin l’innovatore, a cui tutti potevano pensare, e che ha fatto sognare.

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Pierre Cardin in “House of Cardin”

Dries di Reiner Holzemer (visibile su Amazon Prime Video)

Basta il nome, il resto è storia recente, attuale: nella mente e nel cuore di un maestro assoluto, capace di rimanere indipendente e sganciarsi dalla globalizzazione della moda. Dries Van Noten. Seguito per un anno dallo straordinario sguardo del regista Reiner Holzemer, che ci fa entrare nel suo studio, assistendo alla creazione di quattro collezioni, una più bella dell’altra, tra fibre, ricami, colori, stampe mirabolanti e interviste illuminanti, tra cui quella all’interior designer-icona Iris Apfel.

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Dries

Martin Margiela: In His Own Words di Reiner Holzemer (visibile su Amazon Prime Video)

Presentato all’ultimo Fashion Film Festival di Milano, per quest’anno in una versione esclusivamente digital, ecco di nuovo Reiner Holzemer, chiamato qui, però, a raccontare il grande stilista belga, Martin Margiela, i retroscena del suo lavoro, e di quel marchio, sinonimo di eccellenza, avanguardia, nel decostruire gli abiti, per ridargli così nuova linfa, facendoli diventare vere e proprie opere da esporre. Un racconto in prima persona, ed inedito, per guidarci nel suo universo creativo, insieme ad altri “amici” di vita e lavoro, da Carla Sozzani alla trend setter Lidewij Edelkoort.

Courtesy of Reiner Holzemer
Martin Margiela: In His Own Words