Biophilic Design, il futuro dell’abitare è la natura

Biophilic Design, il futuro dell’abitare è la natura

di Penelope Vaglini

La tendenza della biofilia e le sue applicazioni in architettura e nel design di interni

Scrivanie circondate da pareti verdi e illuminate dalla luce naturale, grattacieli con facciate rigogliose tra alberi e aiuole fiorite, giardini d’inverno negli appartamenti più richiesti nel centro città. L’ultima tendenza, che non è più solo un trend, ma una vera e propria esigenza di vita e benessere, si chiama Biophilic Design.

Che cos’è il Biophilic Design

Con questo termine si definisce l’approccio architettonico e di design che, partendo dalle esigenze di chi abiterà (o semplicemente frequenterà) un determinato spazio, pensa a come implementarlo con la presenza di elementi naturali. Infatti, per sua natura, l’essere umano ha un legame fortissimo con il verde. Una connessione primordiale capace di favorire il benessere, ridurre lo stress e incentivare il recupero dalla stanchezza. Non si tratta solamente di uno stile, né tantomeno di collocare qualche pianta negli angoli più favorevoli della casa. Il Biophilic Design è un’etica progettuale che abbraccia i bisogni dei cittadini della nuova era, coloro che riconoscono il bisogno di riconnettersi con la natura, anche all’interno degli ambienti in cui trascorrono le proprie giornate. Un’esigenza accentuatasi in modo esponenziale nell’ultimo anno, a causa dei lockdown e dell’impossibilità di godersi un angolo verde anche solo per pochi minuti al giorno. 

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Credits Unsplash

Quali sono i benefici del Biophilic Design

Questa disciplina fornisce ai progettisti degli ottimi strumenti per disegnare spazi che supportano la naturale propensione umana a cercare il contatto con elementi organici. La fisiologia e i ritmi del corpo infatti, se armonici con quelli dell’ambiente che lo circondano, sono più inclini a mantenersi in equilibrio. Il Biophilic Design, in pratica, aiuta a ridurre lo stress legato ai ritmi di vita frenetici, all’urbanizzazione e al tempo passato tra le quattro mura. Una condizione dichiarata pericolosa per la salute anche dall’OMS, che registra come gli europei, oggi, trascorrano tra l’85 e il 90% del tempo in ambienti chiusi. Secondo il report “Creating positive spaces with Biophilic Design” di Interface, entro il 2050 il 66% del suolo terrestre sarà urbanizzato e la percentuale di ore che passiamo lontani dalla natura salirà ancora di più. Ecco perché il Biophilic Design rappresenta un’ancora di salvezza per recuperare il benessere, grazie alla presenza di elementi naturali incorporati nel design e nell’architettura. L’essere umano, infatti, si riprende più rapidamente dallo stress se immerso in un contesto naturale piuttosto che urbano, mentre a livello lavorativo è stato provato come il semplice contatto visivo con piante ed elementi verdi, aumenti la produttività del 15%, riducendo stanchezza e malumore.

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Bosco Verticale, Milano, Credits Unsplash

Dove e come viene applicato il Biophilic Design

I progettisti che utilizzano il Biophilic Design adottano tre strategie principali. La prima porta effettivamente luce naturale, piante e verde all’interno dello spazio, integrandoli con gli elementi architettonici, mentre il secondo indirizzo progettuale utilizza materiali con texture tattili e calde, che richiamano la terra e l’acqua anche attraverso immagini, stampe, carte da parati. Infine il terzo approccio, utilizzato per la prima volta da Steven Kellert, è definito olistico poiché simula le qualità spaziali di determinati ambienti naturali, le loro forme e materiali, per evocare una sensazione di benessere e stimolare le risposte positive del corpo umano. Queste tre metodologie, guideranno sempre di più le direzioni progettuali architettoniche e di design, delineando la rivoluzione green dell’abitare dei prossimi anni.

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One Central Park, Jean Nouvel – Patrick Blanc, ph. Simon Wood

Architetture verdi

Tra gli esempi più celebri di edifici progettati secondo principi di Biophilic Design, c’è quello del Bosco Verticale di Stefano Boeri Architetti. Un building nella zona milanese di Porta Nuova, inaugurato poco prima dell’Expo, che rappresenta un eccellente prototipo di architettura verde, dove uomo e natura convivono attraverso una continua compenetrazione tra spazi interni ed esterni. I grandi balconi a sbalzo delle due torri del complesso ospitano infatti 800 alberi, inseriti in vasche perimetrali che permettono lo sviluppo in verticale della vegetazione e filtrano i raggi solari influendo sul microclima degli appartamenti, regolando l’umidità e assorbendo CO2 e polveri sottili. La facciata in gres, inoltre, richiama la corteccia degli alberi con la sua colorazione calda. Dall’altra parte del mondo, a Sidney, c’è il One Central Park progettato da Ateliers Jean Nouvel come punto di partenza per riqualificare l’area di Carlton & United Brewery. Inaugurato nello stesso periodo del Bosco Verticale, al piano terra comprende un ampio parco pubblico, mentre gli appartamenti, gli uffici e le aree commerciali si sviluppano in altezza lungo due torri, incorniciate da una folta vegetazione progettata da Patrick Blanc, che ne ricopre facciate, vetrate e terrazze.

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Bosco Verticale, Milano, Credits Unsplash

Il Biophilic Design nell’hotellerie

Sostenibilità e ricerca del benessere sono i driver su cui punta anche il settore dell’hospitality e su cui il Biophilic Design ha sicuramente più benefici. Chi incorpora la natura nelle lobby e all’interno delle camere, migliora sensibilmente l’esperienza dei propri ospiti, come evidenziato da una ricerca di Ambius, in cui il 56% degli albergatori ha dichiarato che i propri clienti sono più invogliati a tornare quando trovano un approccio olistico al design. Anche le camere con vista sulla natura sono apprezzate e  hanno un valore economico superiore alle altre del 20%. Un esempio di successo? Il Parkroyal on Pickering di Singapore, un vero e proprio hotel-giardino con terrazze verdi, piscine e una lobby dalla forma di una parete rocciosa levigata. Diverso, invece, l’approccio dello Scarlet Hotel in Cornovaglia dove ogni spazio, dalle aree comuni alle camere, è pensato per avere un’ampia vista sulla spiaggia e sul mare. Un modo unico per connettere gli ospiti con la natura anche attraverso l’interior design, dove regna un perfetto equilibrio tra luminosità, spazi ampi e ariosi, mentre le aree private privilegiano finiture in legno, pietra naturale e grandi vasche d’acqua dove immergersi e prendersi il proprio tempo per ritrovare il relax. Ecco, questo è il potere della natura e del Biophilic Design, una disciplina che dà finalmente il giusto spazio a ciò che abbiamo sempre avuto a portata di mano (e di sguardo).