Sul Filo dell’eleganza. La nuova seduta firmata dai fratelli Bouroullec

Sul Filo dell’eleganza. La nuova seduta firmata dai fratelli Bouroullec

di Digital Team

Ronan e Erwan Bouroullec hanno disegnato Filo, una seduta essenziale e senza scarti appena lanciata da Mattiazzi

«Ci sono più sedie che culi», disse Ettore Sottsass con vernacolare sincerità. In effetti, ogni anno vengono sfornati nuovi modelli, come se noi sette miliardi e passa di bipedi terrestri più o meno senzienti dovessimo costantemente far accomodare frotte di ospiti, oltre, naturalmente, a innumerevoli esausti familiari che non vedono l’ora di adagiare le stanche terga. E tuttavia, la sedia in quanto soggetto-oggetto di arredo continua ad affascinare, tanto che un angolino alla fine in casa glielo si trova sempre, spesso anche per tenerla di bellezza, un gesto puramente estetico, un omaggio a un design significativo. Tutto dedicato alle sedie, come si sa, esiste un intero distretto produttivo, addirittura centenario, nel centro del Friuli Venezia Giulia. Negli ultimi 20 anni ha sofferto parecchio, ma le aziende più in gamba rimangono e continuano a produrre e a esportare. Tra le “giovani”, dato che esiste dal 1979, c’è Mattiazzi che con sguardo subito internazionale ha coinvolto designer importanti e innovativi, da Jasper Morrison a Konstantin Grcic a Foster+Partners. Né potevano mancare i fratelli Ronan e Erwan Bouroullec, con all’attivo già 3 collezioni Osso, Uncino e Quindici. La quarta, nuova nuova, si chiama Filo – tema peraltro questo del “filo” su cui la coppia francese si è già cimentata con la Rope Chair per Vitra e che per Mattiazzi sviluppano in modo sorprendente. 

Vista di lato, Filo appare come una lettera quasi tipografica. La bella trovata è però nelle linee ripetute del cavo di tessuto che compone seduta e schienale che si distorce sottilmente quando il corpo si siede, dando una forma morbida e personale alla sedia. Ora, anche il tema del filo come materiale ha almeno un “antenato” prestigioso, cioè la Spaghetti Chair di Giandomenico Belotti per l’esordio di Alias, nel 1979 (tu pensa, la sincronicità delle date). Struttura in legno massiccio di faggio, progettata per ridurre lo spreco di legno (qui è faggio europeo), Filo lavora sull’equilibrio tra pulizia della struttura, cioè anche riduzione dello scarto in lavorazione, e forza nelle linee. 4 colori sia per la struttura sia per il filo: nero, grigio, giallo e verde. Abbiamo bisogno di un’altra sedia? Se è bella, allora sì.