Fuochi in Laguna. La nuova capsule firmata da Peter Marino per la Tessitura Rubelli

Fuochi in Laguna. La nuova capsule firmata da Peter Marino per la Tessitura Rubelli

di Paolo Lavezzari

Si ispira a un grande ceramista francese e ai colori del Veronese la capsule Second Firing di Peter Marino per Rubelli

Non bisogna farsi fuorviare dalle apparenze, insomma, mai giudicare un libro dalla copertina. In barba a quel look tutto cuoio nero, cinghie, stivali, anellazzi, occhialoni e tatuaggi che non passa sicuramente inosservato e, ammettiamolo, magari un pochino depista, l’architetto americano Peter Marino è un uomo dai gusti raffinatissimi e di straordinaria cultura. Lo testimoniano i tanti suoi progetti di interni per privati e grandi griffe, le sue creazioni e le sterminate collezioni di manufatti ceramici che raccoglie. È proprio a una di queste ultime passioni che si è ispirato per la sua seconda collaborazione con la centenaria tessitura Rubelli. Tra parentesi, Marino è quasi di casa a Venezia avendo disegnato anche anni fa per Venini. Così, dopo la fortunata capsule Peter Marino for Venetian Heritage (lui è presidente del Venetian Heritage, fondazione che restaura opere d’arte veneziane), che traduce in tre  jacquard di seta il baluginare imprendibile dei palazzi sulle acque della Laguna, ora nasce Second Firing, una collezione di dieci tessuti che nel nome fa riferimento alla cottura nella fornace delle ceramiche – il cosiddetto secondo fuoco, cioè la seconda cottura.

Da appassionato conoscitore dell’arte ceramica, Marino si è voluto ispirare alle opere presenti nella sua collezione di Pierre-Adrien Dalpayrat, ceramista francese di fine Ottocento, celebre per i suoi smalti innovativi e in particolare per averne inventato uno color rosso sangue di bue, detto “rouge Dalpayrat”. È proprio trasferire il mix di colori – «Ancora oggi le immagini astratte delle sue forme e le diverse combinazioni degli strati di smalto sono moderne», dice Marino – sul jacquard è stata la sfida: rendere sul telaio la matericità dei colori, le fiammature create dalla cottura. Ma non solo. Come nella prima collaborazione Marino aveva voluto anche “citare” i colori di Tiepolo, così qui a essere d’ispirazione per le combinazioni più audaci sono quelli di Paolo Veronese, pittore veneziano molto amato da Peter Marino che si è rifatto, in particolare per Apoteosi di Venezia al quadro omonimo a Palazzo Ducale), per Blue Tiger a Il ritrovamento di Mosè, ahimè al Prado,  e per Green Tiger al verde è quello della Lucrezia, a Vienna.