La poltrona Proust di Alessandro Mendini per Magis è una piccola opera d’arte
Magis

La poltrona Proust di Alessandro Mendini per Magis è una piccola opera d’arte

di Paolo Lavezzari

 Magis celebra i dieci anni della sua versione in polietilene della poltrona Proust di Alessandro Mendini con un nuovo modello multicolor

Chiuso a lungo per le ben note ragioni pandemiche finalmente anche il Museo Madre di  Napoli riapre e così torna visitabile (fino al 7 giugno) la mostra “Alessandro Mendini, piccole fantasie quotidiane” concepita dal designer milanese già prima della sua scomparsa nel 2019. Difficile circoscrivere l’attività di Mendini che ha di fatto segnato l’architettura, il design e più in generale la cultura contemporanea sia con la sua attività teorica sia con quella progettuale. Tra i suoi pezzi più famosi c’è sicuramente la poltrona Proust, il perfetto esempio di quello che definiva “re-design”, cioè la prassi di intervenire con decorazioni su oggetti trovati e su celebri icone del design. Di come Mendini sia riuscito a riunire in una poltrona in stile, e di produzione, una serie impressionante di significati, rimandi e significanti ne da ampiamente conto la voce che trovate su Wikipedia alla quale vi rimandiamo. Sicuramente la Proust è dal 1978 un oggetto che, pur nelle sue numerose varianti (nata come pezzo unico è passata poi alla limited edition, ma anche alla realizzazione industriale), è e rimarrà saldamente nell’empireo dei cult.  A proposito di produzione seriale è stata la veneta Magis nel 2010 a proporre a Mendini l’idea di portare la Proust in un contesto industriale. Pronti, via e nel 2011 il prodotto è pronto: in polietilene completamente riciclabile, disponibile in 5 diversi colori o in 2 versioni multicolor, perfetto anche per l’outdoor. E oggi, per festeggiare il decennale, ecco la nuova variante multicolor su sfondo bianco.