Patrick Blanc, l’impavido ricercatore dei muri verdi

Patrick Blanc, l’impavido ricercatore dei muri verdi

di Rita Bossi

Lo scienziato francese che ha stupito il mondo con i suoi giardini verticali parla della sua passione per le piante “coltivata” sin da bambino e dei prossimi progetti su cui sta mettendo mano

Patrick Blanc è il “progettista verde” dalla testa ai piedi che ha inventato (e brevettato) i “green walls”, stupendi giardini verticali che ormai ornano le facciate e/o gli interni di case e palazzi in tutte le capitali del pianeta. E ci è riuscito benissimo, realizzando quello che sembrava impossibile: l’unione tra città e natura. I risultati di questo processo lavorativo, di grande impegno sono sbalorditivi. Lo abbiamo intervistato e ci ha raccontato la sua passione per le piante e i nuovi progetti su cui sta lavorando.

Verde verticale, come è nata l’idea e come si realizza?

Da piccolo avevo un acquario in cui si sviluppava un ecosistema che trovavo affascinante, e avevo letto in una rivista specializzata che per purificare l’acqua bastava introdurre alcune radici di filodendro. A poco a poco ho notato che la pianta cresceva fuori dall’acquario e ho usato delle puntine per stabilizzarla al muro. A partire da quel momento non ho smesso di pensare a come creare muri vegetali. Fondamentale fu il viaggio in Malesia e Thailandia, che feci da giovane universitario, per studiare e osservare le piante in natura, nella foresta pluviale. Osservai con attenzione la crescita delle specie locali sulle rocce, i loro comportamenti, i loro metodi di adattarsi perfettamente al clima e alle condizioni atmosferiche del sottobosco.

Quali piante sceglie per i muri vegetali?

Per le mie installazioni plant wall, scelgo sempre piante che vivono in natura su scogliere, su rocce nel sottobosco, in montagna o addirittura appese agli alberi della foresta. Si tratta principalmente di piante di rocce e scogliere per i miei progetti di pareti esterne sulle facciate degli edifici, mentre sono soprattutto piante epifite (che crescono sui rami degli alberi) per quelli interni (appartamenti, musei, uffici, centri commerciali). Quando le specie locali sono molto diverse e disponibili nei vivai, come nel caso dei progetti nelle Isole Canarie, in California, in Giappone o in Australia, utilizzo solo specie locali cresciute nelle serre. In Europa, i migliori orticoltori offrono un gran numero di specie provenienti da diverse regioni del mondo. Io prediligo sempre la biodiversità per i miei impianti perché il fatto di riunire molte specie è una garanzia per un’ottima crescita delle piante a lungo termine.

Quali sono i vantaggi di un muro vegetale?

Il verde verticale si basa sul fatto che le piante non hanno bisogno di terreno per svilupparsi: bastano acqua, anidride carbonica ed ossigeno, elementi indispensabili per la fotosintesi clorofilliana. La terra è sostituita da un sottile strato di feltro supportato da un telaio metallico e la facciata dell’edificio diventa un’ampia superficie per far crescere piante di ogni specie, soprattutto per combattere l’inquinamento nelle metropoli.Uno spazio verde nel cuore della città ha un effetto di benessere e di relax sulle persone. Con un green wall si scopre un frammento di natura dal mondo, con una varietà di specie sorprendenti. Inoltre, gli strati su cui le piante crescono e la natura stessa dei vegetali impiegati permettono un forte isolamento termico dell’edificio, d’inverno come d’estate.

2 Patrick Blanc at the Quai Branly - Jacques Chirac Museum, Paris
Patrick Blanc al Quai Branly – Jacques Chirac Museum, Paris

Cosa devono fare le città per migliorare e adattarsi ai cambiamenti climatici?

È molto rassicurante vedere che tutti i nuovi progetti architettonici tengono conto della presenza degli impianti e del risparmio energetico. Visto che più della metà degli otto miliardi di esseri umani sulla Terra vive nelle città, è senza dubbio diventato necessario che le città si adattino a questa affluenza di gente. Molte soluzioni sono proposte per ridurre il movimento delle persone, sfruttare al meglio l’energia e aumentare il numero di spazi naturali grazie all’occupazione di terreni urbani. Le torri stanno diventando sempre più vegetali e molte aree sono dedicate agli orti che riducono le distanze tra produzione e consumo. Credo che ci si stia muovendo verso città sempre più verticali e verdi.

Il suo lavoro più impegnativo?

Sicuramente, alcuni progetti richiedono più impegno di altri in quanto hanno strutture più complesse e di grande altezza, ma trovo sempre le soluzioni rapidamente. Il vantaggio di essere uno scienziato e di aver studiato le piante in natura per oltre trent’anni mi fa affrontare ogni nuovo progetto da una prospettiva botanica. E’ importante scegliere la specie giusta e installarla nel posto adatto in base al clima locale. E’ chiaro che un plant wall all’aperto a New York o Seoul non ospiterà le stesse specie di Milano, Sydney, Bangkok o Miami. D’altro canto, le pareti delle piante da interni possono ospitare le stesse specie in qualsiasi parte del mondo perché hanno più o meno la stessa temperatura intorno ai 20 °C tutto l’anno.

E’ possibile adattare in casa un “muro vegetale”?

Assolutamente si: io li ho nella mia casa da parecchi anni! Si possono creare piccoli giardini verticali in bagno, l’ambiente più adatto per umidità e luce. Un plant wall non deve mai essere per forza enorme. Un piccolo muro e già un grande successo.

Progetti futuri?

Sto lavorando su alcuni progetti in Cina e Singapore. Con il Covid19 molti progetti che erano stati interrotti ripartiranno, in particolare in Francia e Europa oltre che negli Stati Uniti. In Italia ho ultimato una bellissima installazione per l’Hotel Sereno sul lago di Como e ho in programma dei lavori con l’architetto Stefano Boeri, che è uno dei pionieri nella realizzazione di grandi edifici ricoperti di vegetazione.