PINTO x Pilati, una capsule collection di arredi “vestiti”
PINTO x Pilati

PINTO x Pilati, una capsule collection di arredi “vestiti”

di Digital Team

Debutto alla Paris Fashion Week per la capsule “Pinto x Pilati”. L’agenzia francese di interior design punta sull’approccio sperimentale del fashion designer milanese per una linea dall’indole scultorea

L’unicità dell’atto creativo; la potenza dello scambio di idee e visioni: i tragitti professionali di Stefano Pilati e del brand PINTO si sono definitivamente intrecciati. All’ultima Paris Fashion Week sono stati svelati i primi esiti della collaborazione fra il fashion designer italiano, noto per il suo lavoro per maison del calibro di Cerruti, Armani, Prada, Zegna e Yves Saint Lauren, e l’azienda francese fondata cinquant’anni fa. Sinonimo di interni d’autore eclettici e raffinati – dai salons del parigino Elysée Palace a residenze di lusso, jet e mega yacht in giro per il mondo – PINTO è oggi di proprietà di Fahad Hariri, che ne condivide la direzione artistica con Pietro Scaglione. Proprio Hariri ha scelto di coinvolgere nel progetto Pilati, apprezzandone l’approccio sperimentale e la capacità di concepire e disegnare pezzi unici a partire da specifici ‘gesti’.

Stefano Pilati racconta la collaborazione con PINTO

Portrait of Stefano Pilati
Photo Davit
Portrait of Stefano Pilati

A ripercorrere la genesi della capsule, composta da due scultorei pezzi, è lo stesso Pilati. Il designer ha raccontato di essere entrato in contatto con Fahad Hariri tramite una comune conoscenza: «Quando abbiamo iniziato a parlare di una potenziale collaborazione, non avevamo una chiara idea di come svilupparla», ricorda il fondatore di Random Identities. Analogamente alla recente presentazione, anche il primo incontro fra i due ha avuto luogo a Parigi. Sollecitato in merito ai punti di contatto fra la progettazione di una linea di arredi per la zona giorno e il processo di creazione di una collezione prêt-à-porter o haute couture, Pilati non ha dubbi. «Progettare per una persona e per un corpo non è la stessa cosa che disegnare mobili», afferma, sottolineando come sia comunque possibile trovare alcune affinità, ad esempio per quello che riguarda la necessità di misurarsi con concetti come «la fisica, la gravità, le proporzioni e le tensioni condivise tra le parti».

PINTO x Pilati: materia, gesto e artigianalità

Alla base di questo nuovo concept di interior design si collocano una precisa visione spaziale e un’affascinante componente gestuale. «I pezzi sono concepiti per essere collocati in spazi dove le dimensioni indoor e outdoor convivono senza soluzione di continuità», precisa ancora Pilati. Leitmotif della linea è inoltre l’assenza di cuciture, resa possibile anche grazie al lavoro condotto all’interno degli atelier Pinto. La capsule è così il risultato di «‘azioni’ o ‘gesti’ che imitano un approccio alla progettazione capace di suggerire l’interazione tra la struttura solida e il suo rivestimento esterno», spiega il designer. In particolare è stato possibile ricreare la spontaneità della dimensione gestuale, come se lo stesso Pilati avesse personalmente rivestito gli arredi, senza trascurare la preziosità e ricercatezza dei materiali. Con una rete di maestranze artigianali di alto profilo, specializzate in lavorazioni con lacche, bronzo e marmo, PINTO è stata in grado di curare nel dettaglio il processo produttivo. «Il lavoro degli artigiani, o meglio, il ‘dietro le quinte’ delle industrie odierne, è un fondamentale processo di apprendimento che attendo con ansia quando disegno. Lo scambio con il «savoir faire» determina la fattibilità delle idee», riconosce Pilati, che con questa capsula ha esordito nell’ambito dell’interior design e oggi paragona PINTO a un «fantastic “wardrobe” of beautiful designs».

La capsule collection di Stefano Pilati per PINTO

Scendendo nel dettaglio, la capsule collection include un divano over size, dalla forma morbida e avvolgente. La sua silhouette, appositamente disegnata, intende evocare l’apparente semplicità e l’indole laissez-faire voluti da Pilati, assicurando nel contempo il soddisfacimento dei più alti standard di qualità e il comfort della tappezzeria francese tradizionale. Disponibile in un’edizione limitata di trenta pezzi, il divano è ‘avvolto’ in un rivestimento in cotone color Dune con peculiari pieghe, fissate con bottoni, attorno ai braccioli laterali. Il focus sulla ‘gestualità apparentemente disinvolta’ di Pilati si rafforza ulteriormente nella poltrona-scultura, che completa la capsule. In edizione limitata di soli otto pezzi, può essere considerata una sorta di ‘un’opera d’arte vivibile’. Il suo punto di partenza è una poltrona in rattan, parzialmente identificabile nella parte inferiore, cui viene assegnata una preziosa identità grazie a un bronzeo rivestimento, realizzato su misura, dagli artigiani di PINTO.