Amanda Seyfried: Io e la mia Lovelace
Amanda Seyfried, protagonista del film Lovelace (Credits: EPA/KAY NIETFELD)

Amanda Seyfried: Io e la mia Lovelace

di Cristiana Allievi

Intervista all’attrice protagonista dell’ultimo film cult su Gola Profonda

È passato molto tempo, ma è stata un’icona erotica degli anni ’70. Conturbante, avvolgente, liberatoria in confronto a certi modelli femminili contemporanei stereotipati. Interpretando il suo film “Gola profonda”, – antesignano del porno d’autore, era il 1972 – ha innescato una vera rivoluzione. Poi, rifiutando la pornografia che le aveva dato la fama, testimoniando persino contro di essa, è divenuta addirittura attivista femminista e si è trasformata in simbolo della violenza contro le donne. Linda Lovelace, “nome d’arte” di Linda Susan Boreman, ha segnato un’epoca.

Ora la sua vita torna sul grande schermo, con una sensualissima Amanda Seyfried, che per il ruolo si è letteralmente trasformata, tingendosi i capelli di castano e adattando il suo corpo al personaggio con forme più prorompenti. In Lovelace, diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman, in uscita negli Stati Uniti il 9 agosto (in Italia lo vedremo nel gennaio 2014), recita accanto a James Franco , Peter Sarsgaard, Sharon Stone, Adam Brody, Juno Temple, Chloë Sevigny.

L’abbiamo incontrata parlare proprio di Lovelace all’ultimo Sundance Film Festival.

Cosa è significato interpretare Linda Lovelace?
Ho dovuto cambiare il mio aspetto fisico, prima di tutto. Ma il personaggio mi affascina da sempre, perché è stata il simbolo di un periodo e una donna dalla vita drammatica e travagliata, un personaggio intenso che ha fatto un pezzo di storia americana e ancora adesso continua a essere attuale e far parlare di sé.

Cosa l’ha colpita di più della storia di questa donna?
Linda ha subito abusi fisici e psicologici. Rappresentarla è stato un percorso “dark”. Non era ‘amorale’. Si è innamorata di Chuck Traynor, il futuro marito, o ha creduto di esserlo, per sfuggire a genitori severi e conservatori. Si narra che lui le abbia persino puntato una pistola alla testa per costringerla a girare film porno e prostituirsi.

Come si è preparata?
Ho studiato DVD, il libro che aveva scritto la stessa Lovelace, fotografie e footage. Naturalmente ho guardato e riguardato Gola Profonda e altri film porno dell’epoca, ho cercato di identificarmi con la protagonista come donna e con il suo dramma interiore.

Qual è stata la maggiore difficoltà che ha incontrato in questo ruolo?
Mi preoccupava che fosse un personaggio vero, perché sentivo la responsabilità di rispecchiare una donna prima di tutto fragile.

Cosa le è rimasto di quegli anni ’70?
C’era una buona dose di edonismo e anche una certa innocenza, oggi perduta. Era in corso la rivoluzione sessuale e il mondo del porno era molto diverso, più difficile da avvicinare. Non è come ora, dove basta accendere un computer per esserne travolti.

Linda Lovelace è un emblema di emancipazione o il simbolo della donna-oggetto?
Interpreto Linda dai suoi 21 anni, mentre stava girando il film, a quando si è avvicinata alla religione ormai trentenne. Alla fine ha aderito al femminismo con un movimento anti-pornografia. È diventata un’attivista e ha cercato di aiutare gli altri. Per me è stata comunque una donna coraggiosa.

Testo: Alessandra Mattanza