Una pubblicazione speciale e un’esposizione itinerante in onore della bellissima donna di Diabolik che anima l’immaginario maschile e conquista ancora oggi il pubblico femminile

Al suo primo incontro con Diabolik dichiara subito, con un pizzico di orgoglio, di essere una donna pericolosa, con un passato da avventuriera e da spia. Fredda e determinata, Eva Kant è anche bellissima, bionda, occhi verdi profondi. Siamo nel marzo 1963 e con l’episodio L’arresto di Diabolik nasce uno dei personaggi femminili più affascinanti e intriganti nel mondo del fumetto. Non solo: Eva Kant è un’icona a tutto tondo e non stupisce che oggi, dopo 50 anni, sia ancora saldamente presente nell’immaginario maschile e susciti ammirazione nel pubblico femminile.

A quest’aspetto di donna indipendente ma indissolubilmente legata al proprio uomo si rifa la mostra itinerante Eva Kant, cinquant’anni da complice inaugurata a Cartoomics lo scorso marzo e ora approdata nella capitale alla Cart Gallery (via del Gesù, 61) e visibile gratuitamente fino al 27 luglio. Un’esposizione ricca di oggetti come la macchina da scrivere Lettera32 utilizzata dalla sua ideatrice e disegnatrice Angela Giussani per stendere le prime sceneggiature, bozze, disegni originali che celebrano il fascino di quest’eroina senza tempo, prime edizioni di albi e volumi e molte altre memorabilia. Ma anche gli originali delle copertine dedicate a Eva Kant e le tavole tratte dall’albo inedito del marzo 2013 I segreti di Morben, celebrativo del cinquantennale, che portano la firma di Emanuele Barison, Giorgio Montorio, Luigi Merati e Giuseppe Palumbo.

Ciò che rende Eva ancora così moderna e amata della donne è anche la sua condizione di donna emancipata, che ha saputo instaurare un rapporto di coppia paritario. E capace di alzare la voce per prendere posizione a favore delle donne vittime di crimini e violenze. Come accade nella storia Addio, mia amata complice contenuta nello speciale Il Grande Diabolik, in uscita il 15 luglio, che contiene lo slogan ‘Chi usa violenza contro le donne non è un uomo’.

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La copertina di E.Barison della storia Addio, mia amata complice contenuta nell’album Il Grande Diabolik 2/2013 in uscita il 15 luglio: 196 pagine di nuovo in bianco e nero, formato 16,5 x 21,0 cm.

Per capire il motivo di tanto successo bisogna tornare agli anni del suo esordio. A quei tempi le figure femminili (non solo del fumetto) erano rappresentate come povere svampite, capaci solo di ficcarsi nei guai per dare la possibilità all’eroe di turno di soccorrerle e dimostrare la propria virilità. Eva è tutt’altra cosa: è lei a salvare Diabolik dalla ghigliottina e a farlo innamorare. 
Insomma, i ruoli sono capovolti e la signora Kant appare subito come una donna dal passato ombroso. Tanto che si sospetta sia la diretta responsabile della morte del ricco marito, l’ambasciatore del Sudafrica Lord Anthony Kant, sbranato da una pantera durante una battuta di caccia.

Chi poteva ideare un personaggio tanto diverso dai cliché delle eroine del tempo, scapestrato e al tempo stesso estremamente sensuale? Una donna, naturalmente. Anticonformista e dotata della stessa intraprendenza, Angela Giussani (in un secondo tempo affiancata nella stesura delle storie dalla sorella Luciana) la creò a sua immagine e somiglianza. Angela era una bella signora della borghesia milanese, intelligente, ironica e ribelle. Nata nel 1922, viveva in un momento storico in cui le donne stavano all’ombra dei mariti, accudivano la prole e non avevano grandi velleità di emancipazione. Lei invece era pilota d’aereo, guidava l’auto, praticava tutti gli sport allora considerati prettamente maschili, come l’equitazione e lo sci. E faceva la modella per la moda e la pubblicità (ve la ricordate con il sapone Lux?). Eva Kant (a proposito, Kant come il filosofo tedesco, forse a sottolineare che non si tratta di una stupida bionda) le assomiglia anche nel ruolo di moglie/amante: sposata all’editore Gino Sansoni, uomo brillante e dinamico, Angela lo ammirava e assecondava in tutto, con discrezione ma senza rimanere nell’ombra. Proprio come Eva con il suo Diabolik.

Foto: Diabolik©Astorina Srl

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