Un personaggio amato e mai dimenticato: la diva incontrastata del cinema muto. Un po’ lolita e un po’ donna fatale, ispirò il personaggio di Valentina nei fumetti di Crepax

Louise Brooks: è lei la donna che incarnò la sensualità per generazioni dando vita al personaggio di Lulù, protagonista indiscussa di sogni proibiti nell’immaginario maschile degli Anni ’30, musa ispiratrice del personaggio conturbante di Valentina nei disegni di Crepax. Un libro appena uscito, Le Stelle brillano a New York di Laura Moriarty (Ed.Piemme, traduzione di Margherita Crepax) ne ripercorre la vita, a partire dall’adolescenza, quando già si presentava come una ragazzina di estrema bellezza, dal carattere difficile e anticonformista.

Il racconto si apre con Cora, donna ligia alle regole e dalla vita appannata, che decide di accompagnare la ribelle quindicenne (Louise Brooks) figlia dei suoi vicini di casa a New York per frequentare la prestigiosa scuola di danza Denishawn Dance company. La ragazzina bellissima con un impertinente caschetto nero è irrequieta e desiderosa di vivere: nessuno potrebbe immaginare che di lì a pochi anni sarebbe diventata una stella del cinema muto.

Ecco come viene descritta nel romanzo nella sua prima apparizione: ‘Cora non dubitò di avere davanti a sé Louise: anche se piangeva e aveva gli occhi gonfi di rabbia, era straordinariamente bella. Era piccola di statura e minuta come sua madre, con lo stesso pallore e la faccia a cuore, gli stessi occhi e capelli scuri. Ma la linea della mascella era più nitida, le guance erano ancora da cherubino, come quelle della piccola June. E tutto il suo viso era incorniciato dal nero brillante dei capelli, dritti e lucidi, tagliati appena sotto le orecchie, con una ciocca sfilata su entrambe le guance, come una freccia puntata verso le labbra piene’.

È a New York che ha inizio il mito di Louise Brooks che troverà la possibilità di esprimersi nell’arte della recitazione diventando un’icona, tra successi ed eccessi, mai soggetta alle regole, fuori dagli schemi fino all’ultimo.

Di lei hanno detto:

‘Più della Garbo, il volto, gli occhi, i capelli tagliati alla Giovanna D’Arco di Louise Brooks, e il suo sorriso. Chi l’ha vista non può dimenticarla. È l’attrice moderna per eccellenza, poiché, come le statue antiche, è fuori del tempo.’ (Henri Langlois)

‘Louise Brooks è la sola donna che abbia la capacità di trasfigurare un film – non importa quale – in un capolavoro… la poesia di Louise è la poesia dell’amore raro, del magnetismo ad alta tensione, della bellezza femminile che rifulge come i soli di dieci galassie. Louise è la perfetta apparizione, la donna dei sogni, l’essere senza cui il cinema sarebbe povera cosa. È più che un mito, è una presenza magica, un’illusione reale, il magnetismo del cinema.’ (Ado Kyrou)

Il suo fascino ha attraversato generazioni restando intatto: ma spesso, come capita alle grandi icone che vivono la vita senza freni, le scelte sbagliate e gli eccessi la portarono a isolarsi e a farsi dimenticare. L’ultima sua testimonianza passò attraverso il libro da lei scritto Lulu in Hollywood, che fu anche il suo ultimo grande successo.

Morì nel 1985, in totale solitudine. Ma i suoi film, come lei, resteranno nel cuore di chiunque l’abbia mai vista, anche solo in fotografia, capace di emanare un fascino magnetico e immortale.

Il leggendario curatore della Cineteca di Parigi, Henri Langlois, dirà di lei: ‘Chi l’ha vista non può dimenticarla. È l’attrice moderna per eccellenza, poiché, come le statue antiche, è fuori del tempo. Basta vederla per credere alla bellezza, alla vita, alla realtà dei personaggi. Possiede quella naturalezza che soltanto i primitivi conservano davanti all’obiettivo. Quando è in un film, la finzione scompare con l’arte, si ha l’impressione di assistere a un documentario, dove la macchina da presa l’ha colta di sorpresa. È l’intelligenza della recitazione cinematografica, è la più perfetta incarnazione della fotogenia, riassume da sola tutto ciò che il cinema muto degli ultimi tempi cercava: l’estrema naturalezza e l’estrema semplicità. 
La sua arte è così pura da diventare invisibile’.